Ada Negri

poetessa, scrittrice e insegnante italiana

Ada Negri è stata una poetessa e scrittrice italiana. Ada nacque a Lodi nel 1870 dalla madre Vittoria Cornalba, filandaia e dal padre Giuseppe manovale.
La Negri conseguì il diploma di maestra nel 1888 .Il suo primo impiego fu al Collegio Femminile di Codogno, nel 1887 e insegnò poi diversi anni in un paese chiamato Motta Visconti.
Compose le poesie poi pubblicate nel 1892 nella raccolta “Fatalità”: questo libro ebbe un grande successo, portandola alla fama, a tal punto che, su decreto del ministro Zanardelli, le fu conferito il titolo di docente ad honorem presso l'Istituto superiore "Gaetana Agnesi" di Milano.
Nel 1896 si sposò e separatasi in seguito dal marito viaggiò in Svizzera per tornare in Italia allo scoppio della guerra.
Vinse il premio Mussolini nel 1940 e fu l'unica donna invitata nell'accademia d'Italia.
Diventò famosa con il romanzo autobiografico “Stella mattutina”, in cui rievocava la prima giovinezza.
Ada Negri si trasferì a Milano dove morì nel 1945.
 
 
Io non ho nome. — Io son la rozza figlia | dell'umida stamberga; | plebe triste e dannata è mia famiglia, | ma un'indomita fiamma in me s'alberga.
data: 10/04/15 autore:

«Pensavo di odiarti perché mi hai fatto soffrire, pensavo di poterti guardare negli occhi e dirti che sei uno stronzo, che di te non mi importava niente ed ora meno che mai... ero convinta di questo fino a quando avvicinandomi e guardandoti negli occhi ho capito che ti amo ancora.»

VOTI: 1

«Nel marzo ebro di sole il grande arbusto | in mezzo al prato si coprì di gialli | fioretti: le novelle accese rame | salenti e ricadenti con superba | veemenza di getto dànno raggi | e barbagli a mirarle; e tu quasi odi | scroscio di fonte uscir da loro; e tutta | la Primavera da quell'aurea polla | ti si versa cantando entro le vene.»

VOTI: 1

«Quando tu venisti, una notte, verso il suo letto, al buio, | e le dicesti, piano, già sopra di lei: Non ti vedo, non ti sento. | E la ghermisti con artiglio d'aquila, e tutta la costringesti nella tua forza | riplasmandola in te con tal furore ch'ella perdette il senso d'esistere. | E uno solo in due bocche fu il rantolo e misto fu il sangue e fu il ritmo perfetto, | e dal balcone aperto la notte... »

VOTI: 1

«Nel paese di mia madre v'è un campo quadrato, cinto di gelsi. | Di là da quel campo altri campi quadrati, cinti di gelsi. | Roggie scorrenti vi sono, fra alti argini, dritte, e non si sa dove vanno a finire. | La terra s'allarga a misura del cielo, e non si sa dove vada a finire. | | Nel paese di mia madre v'han ponti di nebbia, che il vento solleva da placidi fiumi: | varca il sogno quei ponti di... »

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«Vedova, lavorò senza riposo | per la bambina sua, per quel suo bene | unico, da lo sguardo luminoso; | | per essa sopportò tutte le pene, | per darle il pan si logorò la vita, | per darle il sangue si vuotò le vene. -... »

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«Il dono eccelso che di giorno in giorno | e d'anno in anno da te attesi, o vita | (e per esso, lo sai, mi fu dolcezza | anche il pianto), non venne: ancor non venne. | Ad ogni alba che spunta io dico: "È oggi": | ad ogni giorno che tramonta io dico: | "Sarà domani". Scorre intanto il fiume... »

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