«Tutto il periodo del Medioevo avanzato in cui cresceva la nuova lingua italiana insieme con i vari dialetti non è stato capito. Ho scritto in dialetto molto presto, ma ho criticato la Lega perché non conosceva la realtà complessa dei dialetti, come nascano, fioriscano e sfioriscano.»
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«Il filò era un rito importante totalmente scomparso: nelle stalle si riunivano i contadini, e ognuno raccontava una storiella che conosceva. Era un insieme di conoscenze che sono state perdute e che invano qualcuno tenta di restaurare. Mi ricordo, non sono tanti anni, che mi meravigliavo di come potessero creare un partito rivendicando la forza del parlato dialettale senza nessuna base teorica.»
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«Ormai ho un'età in cui non c'è giornata che non porti la notizia della morte di un amico[...] Ogni giorno si può dire che qualcuno manca all'appello.»
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«Non ho mai avuto un distacco dalla religione infantile. Anzi, pian piano quella dimensione veniva sentita come necessaria, soprattutto per vincere i dolori della vita.»
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«La ricerca letteraria è come una sorgente che viene avanti e si impone sopra tutto il resto.»
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«Avere vissuto cose dolorosissime da piccolo ha influito sul resto della mia vita, rimane una traccia profonda.»
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«Oggi c'è un bel sole... e ricordare è più piacere che dolore. Ci sono stati periodi terribili, ma la memoria volentieri ti porta a momenti non dirò belli ma almeno sopportabili.»
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«Ho sentito la poesia crescere come il corpo, diventava qualcosa di intimamente attivo.»
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«Credo che abbia male influito sulla mia infanzia e sulla mia adolescenza l'infiltrarsi progressivo in me di un'idea certo aberrante: quella dell'impossibilità di partecipare attivamente al gioco della vita in quanto io ne sarei stato presto escluso. Io soffrivo di varie forme di allergia e a quei tempi la diagnosi poteva essere abbastanza confusa, dubbia. L'asma, la pollinosi che mi tormentavano fin da piccolo erano talvolta interpretate come fatti che potevano aggravarsi, in teoria, anche a breve scadenza.»
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«Questa silloge vuol essere soltanto uno specie di lavori in corso, che hanno un'estensione molto più ampia. Si tratta quasi sempre di "incerti frammenti", risalenti a tutto il periodo successivo e in parte contemporaneo a "Idioma" (1986). Non tutti sono datati e comunque sono qui organizzati provvisoriamente per temi che sfumano gli uni negli altri o in lacune, e non secondo una sequenza temporale precisa, ma forse "meteorologica".»
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«Quando ancora non lo conoscevo [Vittorio Sereni] e restavo quasi a bocca aperta, stordito dai rispecchiamenti, dalle fioriture, dal candore, dai misteri della sua Frontiera (e pensavo: ma allora lui ha già detto tutto, di me, di noi, proprio di questi giorni e attimi...) mentre la leggevo portandola con me in treno sotto le armi.»
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«Mario Luzi, nella sua parabola esistenziale e poetica, ha confermato un'assoluta fedeltà a se stesso, anche in quella religiosità diffusa che per lui è sempre stata una vicinanza al cattolicesimo.»
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«Gioisco ricordando certi momenti molto lontani della primissima infanzia: io provavo qualche cosa di infinitamente dolce ascoltando cantilene, filastrocche, strofette (anche quelle tipo "Corriere dei Piccoli") non in quanto cantate, ma in quanto pronunciate o anche semplicemente lette, in relazione ad un'armonia legata proprio al funzionamento stesso del linguaggio, al suo canto interno.»
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«Sono andato laggiù col fiume, | in un momento di noia le barche | le reti si sono lasciate toccare, | ho toccato la riva con mano.»
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«La poesia è sempre più di attualità perché rappresenta il massimo della speranza, dell'anelito dell'uomo verso il mondo superiore.»
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