«Come mi ripeteva Barenboim è necessario che un direttore non perda contatto con il suo strumento. Ha ragione: passando tutto il giorno a dire agli altri come suonare, poi vien voglia di far musica "in proprio". Daniel mi ha anche mostrato come fare: concentrandosi totalmente, dimenticando il resto. Lui è un mostro di concentrazione. Infatti pur essendo ancor più impegnato di me riesce a essere anche un grandissimo pianista.»
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«[Il Pianoforte] È lo strumento con cui sono entrato in contatto con la musica. Io non ho seguito l'iter canonico, non ho studiato in Conservatorio e fatto corsi di perfezionamento; ho imparato stando con mio padre, che faceva il cameriere e il cuoco, ma aveva la passione per il canto, ed era stato allievo di Campogalliani, il maestro di Pavarotti.»
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«Passando tutto il giorno a dire agli altri come suonare, poi vien voglia di fare un po' da sé, di far musica con se stessi. Suonare diventa una necessità fisica e spirituale.»
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