Camillo Sbarbaro

poeta, scrittore e aforista italiano

Camillo Sbarbaro è stato un poeta, scrittore, traduttore e aforista ligure.

 

 

Taci anima mia. Son questi i tristi giorni in cui senza volontà si vive,

i giorni dell'attesa disperata.

Come l'albero ignudo a mezzo inverno

che s'attriste nella deserta corte

io non credo di mettere più foglie

e dubito d'averle messe mai.

Andando per la strada così solo...

 

 

Lavorò dapprima come impiegato e poi come insegnante. Collaborò con riviste del calibro di Riviera ligure e la Voce, la sua prima raccolta fu Resine e poi Pianissimo che rispecchiano a pieno i canoni del frammentismo, lo stile che seguirà per tutta la sua produzione. Seguirono, per citarne alcune, Trucioli, Liquidazione, Rimanenze, Primizie. Nomi che anticipano già i contenuti, una linea sobria tesa ad esaltare il vivere quotidiano. Una poetica umile, tendenzialmente crepuscolare L’io poetico riflette un senso di smarrimento, di disamore, nella drammatica presa di coscienza della realtà. Sviluppò più avanti un interesse, anche scientifico, per i licheni che amava collezionare, pubblicando vari Contributi lichenologici.

 

 

Ora che sei venuta,

che con passo di danza sei entrata

nella mia vita

quasi folata in una stanza chiusa -

a festeggiarti, bene tanto atteso,

le parole mi mancano e la voce

e tacerti vicino già mi basta.

data: 05/30/15 autore:

«Chi ama e chiede contraccambio è un ricco che mendica da un povero.»

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«Chi ti loda si incensa.»

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«La vita è una stoffa che i giovani vedono dal diritto, i vecchi dal rovescio.»

tag: vita
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«Nella vita, come in tram, quando ti siedi è il capolinea.»

tag: vita
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«La vita é una stoffa che i giovani vedono dal diritto, i vecchi dal rovescio.»

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«Poesia, altro vizio solitario.»

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«Bacio: il morso civilizzato.»

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«Nella vita, come in tram, quando ti siedi è il capolinea.»

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«Chi ti loda si incensa.»

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«Chi ama e chiede contraccambio è un ricco che mendica da un povero.»

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«mi potete dire il pezzo k vi piace di + e fare la pararasi della poesia di camillo sbarbaro: la corte???inizia così: m'afaccio alla inestra strepitan l'oche e crocchia...vi prego è importante....grz»

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«m' affaccio alla finestra | strepitan  l'oche e crocchia una gallina | sul muricciolo.vien dalla cucina l'accotolio dei piatti , ed un sottile odor di rosmarino | e di sofritto solletica le nari tratto tratto. | su quella gronda insidioso e zitto s' insinua, sguscia verso un nido il gatto. lì dove in gabbia un canarino trilla, | di dietro ai vetri un fuso agile prilla la vecchia non si vede : s'indovina.»

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«Magra dagli occhi lustri, dai pomelli | accesi, | la mia anima torbida che cerca | chi le somigli | trova te che sull'uscio aspetti gli uomini. | | Tu sei la mia sorella di quest'ora... »

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«Taci anima mia. Son questi i tristi giorni in cui senza volontà si vive, | i giorni dell'attesa disperata. | Come l'albero ignudo a mezzo inverno | che s'attriste nella deserta corte | io non credo di mettere più foglie | e dubito d'averle messe mai. | Andando per la strada così solo... »

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«Scarsa lingua di terra che orla il mare, | chiude la schiena arida dei monti; | scavata da improvvisi fiumi; morsa | dal sale come anello d'ancoraggio; | percossa dalla farsa; combattuta | dai venti che ti recano dal largo | l'alghe e le procellarie... »

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