Carlo Cassola

saggista e partigiano italiano

Carlo Cassola è stato uno scrittore italiano. Romano ma di madre toscana, Cassola lega la sua esistenza privata e letteraria al grossetano. Luoghi come Cecina, Grosseto e Volterra diventano i suoi topoi letterari. Al centro delle vicende da lui raccontate l’amore, il tradimento, la guerra e Resistenza partigiana, esperienza da lui vissuta in prima persona e che lo segnerà profondamente. Dopo aver frequentato la Facoltà di Legge, comincia a lavorare ai primi racconti: risalgono al 1942 “Alla periferia” e “La visita”. Il 1943 è per Cassola un anno spartiacque: dopo essersi sposato (nel 1940) e aver iniziato ad insegnare nel liceo di Foligno, l’armistizio spinge lo scrittore a mettersi in contatto con i gruppi comunisti della zona di Volterra. Esperienza che verrà sublimata nel romanzo “Fausto e Anna”. Il suo romanzo più celebre è “La ragazza di Bube” (1960), vincitore del Premio Strega da cui verrà tratta anche una versione cinematografica.
Il suo stile riflette la semplicità dell’ermetismo, mantenendo quell’attaccamento alla realtà tipico del Neorealismo. Cassola muore a Montecarlo nel 1987.
 
 
Bisognerebbe non conoscerlo mai, l'amore. Continuare a sperarci... Ma che non venisse mai.
data: 08/08/15 autore:

«Meglio così, star distesi nell'ombra, lasciando che gli occhi seguissero il vago chiarore della fiamma semispenta e che i pensieri andassero senza ordine dove il caso li portava. E sperare che il sonno venisse presto.»

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«Precipitare nel buio del sonno era quanto di meglio gli restava. Quando Guglielmo sentiva il sonno venire, era contento, perché per qualche ora sareb stato liberato da ogni pensiero, e perché un altro giorno era passato.»

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«L'uomo che si annoia, che fatica, che soffre, si consola andando col pensiero ad altri momenti della sua vita: tira fuori dal passato ricordi cari, anticipa le dolci aspettative dell'avvenire.»

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«Tutto può succedere, siamo nelle mani di Dio, ma perché pensare sempre che debba succedere il peggio?»

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«Quando uno prende marito, i guai vengono uno dopo l'altro, non si ha più un momento di bene. »

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«L'amore: gli era antipatica anche la parola. E cos'erano tutte quelle storie, far la corte a una signorina. Fingere di provare chissà che cosa per lei, dirle ogni sorta di stupidaggini. »

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«Quando due si vogliono bene davvero, continuano a volersene anche dopo sposati...»

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«Basta un comando sbagliato a far perdere la faccia a un ufficiale. La truppa continuerà a temerlo, ma non lo rispetterà più. »

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«La felicità, quella gioia acuta che sconvolge il cuore, quella specie di spasimo dell'anima.»

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«Le promesse si fanno apposta per non mantenerle.»

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