Claudia Marangoni

«Abiti in quelle cellule della pelle che ricoprono il cuore. Non sono cellule qualunque quelle in cui vivi, sai? Sono quelle che te lo scaldano quando dentro senti freddo, solo tanto freddo e le stesse che ti fanno da corazza quando tutto va storto. Sono quelle che battono all'unisono con il cuore. Quelle che sfioro con la mano ogni volta che ti sento lontano e quelle che soffoco per averti più vicino.»

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«Vado alla ricerca di un "noi". Di un misero ed effimero "noi". Di questa parola che ti riempie di gioia, di un insieme di lettere che garantiscono un amore. Vado alla ricerca di una molecola del nostro amore. Me ne basterebbe solo una per ricordarmi quello che eravamo, per ricordarti quello che è stato. Ma poi, in fondo, trovo solo me.»

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«Lasciami sognare, che poi non c'è nulla di male a riempirsi gli occhi di cielo.»

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«Esplodo. Ho una bomba dentro. Posso esplodere da un momento all'altro. Tra un po' sentirò "bum". Una scossa forte. Una sorgente d'acqua dai miei occhi. Una goccia di sangue che cola dal cuore. Un pezzo di pelle che mi lascia. Un urlo afono. Esplodo. E sarà un botto di vita.»

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«Hai sporcato il mio cielo blu con mille nuvole nere. Ma amare ed amarti significa anche accogliere a braccia aperte quest'ammasso cupo di cotone, accettando talvolta la pioggia.»

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«A volte vorrei che il mio cuore fosse in garanzia. Vorrei riceverne uno bello lucido, integro, perfetto, disinfettato a pieno. Senza cerotti. Senza schegge, senza toppe. Ma poi mi fermo un attimo e penso di dover solo ringraziare per averne ancora uno di cuore. Per non averlo perso lasciandolo in qualche angolo sperduto di una anonima strada, per non averlo buttato in un amore non corrisposto. Per non averlo abbandonato sul ciglio di una sofferenza. Per aver trovato una coperta che lo riscaldasse mentre dentro era solo inverno.»

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«Tutti i cuori hanno bisogno di un posto familiare e caldo quando soffrono e hanno freddo. Riparami il cuore con un ombrello, ti prego, e lascia questo posto per lui anche quando ci perderemo.»

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«Siamo capitati adesso. La vita ci ha fatto incontrare, ora. Se ha deciso così, un perché ci sarà. Scopriamolo mano nella mano, camminando a piedi nudi sul mondo. Insieme. Lasciamo impronte dei nostri cuori in ogni angolo, in ogni dove. Lasciamo l'essere io e te e diventiamo noi. Una fusione di corpi, di pelle, di anime.»

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«Mi ci devo abituare. Sì me lo sento. Si tratta solo di farci l'abitudine. Di non parlarti, di non vederti, di non incantarmi più davanti a quei due occhi grandi. Di non fissarmi sulle pieghe dei tuoi occhi sorridenti, di non riempire le mie mani vuote nelle tue. Di non rifugiarmi più tra le tue braccia. Di non sentire più il tuo cuore battere mentre poggio il mio orecchio sul tuo petto. Sì, devo prenderci la mano. Hai qualche altra soluzione, forse?»

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«Mi dici che sono senza cuore. Ma ti sei visto? Ti sei preso tutto di me solo per riempirti, per avere una forma tua: il mio cuore, la mia pelle, le mie cellule. Cosa vuoi, ancora? Le mie emozioni? La sola cosa che resta di me? Peccato che getti anche quelle come merce senza un minimo di valore. Le fai cadere sulla cocente, bruciandole, ustionandole. Le rompi, le spezzi in mille frammenti. Non concedi fiato o aria. Le soffochi. E con loro, soffochi anche me, annegandomi nel nulla che ti trascini dietro.»

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«Sai che c'è? C'è che ho paura e ancora tu non l'hai capito. Un'enorme paura. È così potente da interrompere a metà i miei respiri. Paura di non riuscire più a sfiorare quelle tue mani grandi e lisce. Paura di non averti dato tanto. Di non averti dato abbastanza me. Paura che te ne andrai. Paura di vedere un'altra schiena davanti ai miei occhi. Paura di una goccia di cuore che scende sotto pelle. Paura di non riuscirti più ad afferrare, a stringere forte, fino a perdifiato. Solo stringerti. Ancora per l'istante del passaggio di una nuvola.»

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«Ti sembra di far nulla, attendendo l'amore. Ma ricordati che attendere è già far qualcosa.»

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«E poi infondo capisci che ti devi fare del male per stare bene.»

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«Smettila, mi ripeto sempre. Smettila di pensare a ciò che è giusto per gli altri; pensa a quello che è giusto per te. Pensa solo a te, per una volta. Prenditi cura di te. Sei l'unica persona su cui tu possa contare davvero.»

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«Vorrei rimanere incastrata nel tuo mondo parallelo. | Sì. Adotto il tuo mondo, la tua galassia ogni volta che i miei occhi incrociano i tuoi, ogni volta che riempi i miei spazi tra le dita con le tue mani, ogni volta che le tue labbra danzano con le mie. Vorrei non trovare mai la via d'uscita. Vorrei rimanerci incastrata. Devo scollarmi così tanto da farmi male per allontanarmi da te. Ma non vorrei mai. Mai vorrei ritornare alla realtà. Vorrei abitare in te.»

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«Amati. Sei l'unica persona con la quale vivrai sempre.»

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«Ho il cuore di piombo. Sì. Non perché ci sono nata con questo cuore ma perché è pieno di dolore, così ricco di ferite, così pieno di toppe che oramai non vola più. Così ammaccato che ogni giorno è un tentativo di restaurarlo, di modellarlo, di farlo respirare, di renderlo più bello. Ma infondo, perché? In fondo sono solo cicatrici, segni del passato. Che vuoi o meno è sempre parte di te.»

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«Ci sono parole che restano in gola. Restano aggrappate alle corde vocali, incapaci di uscire, di respirare, di vedere luce. Ci convinciamo di liberarcene con il solo tentativo di deglutire. Cerchiamo di nasconderle. Così, quante frasi non dette, quante parole a cui non abbiamo dato vita solo per mancanza di coraggio o per paura. Ecco, dicono che la paura non esiste. Beh, io non ci credo.»

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«Siamo vicini solo nei sogni. Noi, intendo. Solo durante la notte, nell'attimo di una fantasia, nel momento di un pensiero, siamo "noi", siamo un tutt'uno, una molecola nata dagli atomi del nostro amore. Ma così fa un male cane. Fa male come una ferita che brucia ancora sotto un cerotto. Fai male.»

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«Ognuno ha bisogno di un lieto fine. Sì. Anche io ho bisogno di qualcosa che finisca bene. Di felicità, di una risata assordante e rimbombante di quelle partono dal cuore e arrivano in ogni cellula. Ho bisogno di camminare su un terreno sicuro.»

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