«Mentre giravamo la morte di Sirius Black ero tristissimo: non avrei più potuto lavorare con il mio mito Gary Oldman! Tra i registi, quello a cui sono più legato forse è David Yates. Penso sia perché sono cresciuto: se all'inizio ero un bambino che obbediva, ora parlo, suggerisco e commento le scelte di David.»
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«Il mio episodio preferito resta "Il prigioniero di Azkaban". Mi è piaciuto anche il "Principe mezzosangue", con Voldemort, diciamo, in una nuova versione. E poi "I doni della morte". Il Principe mezzosangue è eccitante: i cattivi sembrano sempre più personaggi horror classici, e la scena dell'attacco al Millennium Bridge di Londra è... Woooo! E poi c'è tutto il movimento di ormoni adolescenziali: Harry è sempre più preso da Ginny, ma oltre all'amore romantico, scopre la lussuria. E la scena della lotta tra me e Draco, nei bagni dei maschi, è fantastica!.»
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«A otto anni avevo cominciato a leggere il primo libro "Harry Potter e la pietra filosofale", ma non ero riuscito a finirlo. L'ho ripreso in mano due anni dopo, per il provino: ricordo la conferenza stampa con tutti i giornalisti che mi chiedevano di Voldemort. E io non lo conoscevo, ero fermo ai primi due libri!»
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«A volte penso che con Harry ho fatto tante prove generali: lui ha vissuto prima di me esperienze che formano.»
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«Il mio rapporto con Harry è ambivalente. È stato e resta un personaggio. Ho passato anni con lui, ma ho fatto anche altro: ho provato agli altri che Daniel non era Harry, e a me che sapevo affrontare esperienze diverse. Portare Equus a Broadway è stata una sfida importante. E l'ho vinta. Senza questi "diversivi" non avrei girato otto film di Harry Potter. Ma senza Harry non mi avrebbero fatto fare Equus.»
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«I film sono il mio album fotografico pubblico: immagini della mia infanzia, adolescenza e giovinezza che mi sono ritrovato a dividere con gli altri. Poi ci sono io, Daniel, con la mia vita. Perché ti giuro che io ho avuto e ho un mio privato. Mi mancherà, Harry? Come faccio a dirlo?! Non programmo il futuro. Cosa farò dopo?»
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«Ai mondiali di calcio del 2006 ovviamente tifavo per l'Inghilterra, ma l'Italia mi è piaciuta. E ora il mio calciatore preferito è Gattuso, per la grinta.»
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«All'esame finale ho portato Garibaldi e l'unità d'Italia. Veramente nel programma c'era anche quella tedesca, ma quella italiana è molto più eroica! Quello che ha fatto Garibaldi è meraviglioso.»
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«Io voglio bene a Harry. Però ci tengo a sottolinearlo: Harry Potter non è Daniel Radcliffe. E se i fans non lo capiscono mi dispiace. Perciò grazie per non avermi chiesto di svelare il finale della saga. Continuo a incontrare gente che mi dice: "Andiamo, tu devi saperlo". E non mi lascia in pace.»
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