«La noia che mi procura la sua presenza è più forte del piacere che io trovo nel tormentarla.»
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«Baciami ancora, e non lasciarmi vedere i tuoi occhi. Io ti perdono per quello che hai fatto a me. Io amo il mio carnefice; ma il tuo? Come potrò?»
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«Possa svegliarsi fra i tormenti! - gridò Heathcliff con una spaventosa veemenza, picchiando i piedi, ruggendo di dolore in un improvviso parossismo d'irresistibile passione. - Sì, sì, bugiarda fino alla fine! Dov'è dunque? Non là... non in cielo... scomparsa, dove? Ah, tu dicevi che non t'importava nulla delle mie sofferenze! Ed io faccio una preghiera, e la ripeterò fin che la mia lingua si secchi: Catherine Earnshaw, possa tu non trovar mai riposo fin ch'io vivo! Tu dici che io ti ho uccisa: tormentami, allora. Le vittime perseguitano i loro assassini, io credo. Io so di fantasmi che hanno errato sulla terra. Sta sempre con me... prendi qualunque forma... rendimi pazzo! Ma non lasciarmi in questo abisso, dove non ti posso trovare! Oh Dio, è impossibile! Non posso vivere senza la mia vita, non posso vivere senza la mia anima!»
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«Non credi tu che Hindley sarebbe fiero del suo figliolo, se potesse vederlo? Quasi quanto io del mio. Ma c'è una differenza: l'uno è oro adoperato come pietra da strade, l'altro è stagno ben lustrato perché sembri argento. Il mio non val nulla per se stesso: pure io avrò il merito di spingerlo tanto lontano, quanto può andare un povero diavolo come lui; il suo aveva doti di prim'ordine, ma sono perdute, rese, più che inutili, nocive. Io non ho rimpianti; lui dovrebbe averne molti, e gravissimi. Il più bello di tutto ciò, poi, è che Hareton mi vuole un bene dell'anima: confessa che, in questo, ho completamente battuto Hindley. Se quel defunto animale dovesse sorger dalla sua tomba a rimproverarmi dei torti ch'io ho verso la sua progenitura, io avrei lo spasso di veder la suddetta progenitura rimandarlo al diavolo, indignata ch'egli osi oltraggiare l'unico amico ch'essa possiede al mondo!»
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«Io lo amo più di me stessa, Ellen; e lo so da questo: tutte le sere io prego di potergli sopravvivere, perché preferirei essere infelice io, piuttosto che saperlo infelice. È la prova che l'amo più di me stessa.»
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«Lo so, che la sua natura è cattiva, - disse Catherine: - è tuo figlio. Ma io son felice di averne una migliore, per perdonargli. Poi, io so che mi ama, e per questo lo amo. Tu non hai nessuno che ti ami; e per quanto infelici tu ci renda, avremo sempre una rivincita nel pensare che la tua crudeltà proviene dalla tua infelicità, ancor più grande della nostra. Tu sei infelice, non è vero? Solo, come il diavolo, e invidioso come lui! Nessuno ti ama, nessuno piangerà quando morrai! Non vorrei essere al tuo posto.»
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«I miei vecchi nemici non mi hanno battuto: questo, anzi, sarebbe il momento preciso di vendicarmi sui loro discendenti. Potrei farlo, nessuno potrebbe impedirmelo... Ma a che scopo? Non ho voglia di colpire. Non mi sento neppure di alzare una mano. Si direbbe che io abbia lavorato tutti questi anni solo per far mostra, in ultimo, di un bell'esempio di magnanimità. Ma non è così, no: è che ho perduto la facoltà di godere della loro distruzione, e son troppo pigro per distruggere senza motivo.»
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«Io gli ho dato il mio cuore, e lui lo ha preso e lo ha stretto crudelmente fino a ucciderlo.»
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«Non gli dirò quanto lo amo, e non perché sia attraente, ma perché è per me più di quanto lo sia io stessa.»
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«[...] E mi domandavo stupito come mai, come mai qualcuno potesse fantasticare d'inquieti sonni, per coloro che dormivano in quella terra tranquilla.»
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«Talvolta ci facciamo prendere dalla compassione per creature incapaci di provare sentimenti sia per se stessi che per altri.»
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«Gli ho dato il cuore e lui lo ha preso soltanto per stritolarlo a morte e scagliarmelo sulla faccia... Gli esseri umani sentono con il cuore, Ellen, e poiché lui il mio lo ha distrutto, non posso più provare alcun sentimento nei suoi riguardi; né vorrei provarlo, nemmeno se lo vedessi gemente a patire da questo momento fino al giorno in cui morirà, e anche se versasse lacrime di sangue per Catherine!»
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«Perdonami perché ho lottato solo per te.»
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«Se tu morissi... io ne morirei...»
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«Ci sono sensazioni che non si possono spiegare, | fantasie che non si possono raccontare, | e in tutto questo ci siete voi.»
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«Gli ho dato il cuore e lui lo ha preso soltanto per stritolarlo a morte e scagliarmelo sulla faccia... Gli esseri umani sentono con il cuore, Ellen, e poiché lui il mio lo ha distrutto, non posso più provare alcun sentimento nei suoi riguardi; né vorrei provarlo, nemmeno se lo vedessi gemente a patire da questo momento fino al giorno in cui morirà, e anche se versasse lacrime di sangue per... »
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