Emir Kusturica

regista cinematografico, musicista e sceneggiatore jugoslavo

«Se ripenso a Tito, cui si deve uno degli slogan più squallidi - "La pace durerà cent'anni, ma dobbiamo esser pronti a entrare in guerra domani" -, mi viene da identificarlo con il protagonista di quel racconto di Cechov che, a forza di pensare a cose ordinarie in modo ordinario, finisce per non esistere più.»

tag: forza
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«Sono stato attaccato esattamente per ciò contro cui combattevo nel mio paese, ossia la totale, definitiva follia che esiste oggi nell'ex-Jugoslavia. Sono stato accusato di aver fatto della propaganda in un film che è fondamentalmente contro di essa.»

tag: follia film
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«Credo che sia molto difficile poter trovare un dramma esistenziale in Jugoslavia che non sia in rapporto con gli avvenimenti del passato. Da noi i miti personali di una vita non esistono, non sono consolidati. Il solo modo possibile di realizzare una storia drammatica nel senso più generico del termine è di trovare un rapporto con le pressioni politiche che sono state una costante nella storia della Jugoslavia.»

tag: vita
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«Durante i weekend lavoravo per farmi un po' di soldi. Il lavoro consisteva nel portare il carbone per il riscaldamento alla Cineteca, dove si programmavano vecchi film. Spesso, quando la consegna era finita, il direttore ci faceva entrare gratis. Uno dei primi film che ho visto in questo modo è stato "Senso" di Visconti. Non ci capivo niente ma mi rendevo conto che sullo schermo stava succedendo qualcosa di importante, di diverso dal solito. Poco tempo dopo un altro film mi ha sconvolto: "La strada" di Fellini. Lì ho fatto il mio ingresso magico nel mondo del cinema.»

tag: lavoro
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«Mi piacevano i western. I film di cow-boy mostrano una concezione molto sintetica della giustizia: da una parte i buoni, dall'altra i cattivi. Era semplicistica, ma per gli adolescenti era anche il miglior modo di identificarsi con gli eroi che si muovevano sullo schermo. A quell'età  si ha bisogno di una realtà  bicolore, tutto nero o tutto bianco.»

tag: arte realta film
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«Il potere socialista a Sarajevo aveva la tendenza a rendere peggiore la situazione dei musulmani facendo vivere accanto a loro centinaia o migliaia di famiglie benestanti. Ad ogni modo credo che i contrasti che ne scaturivano erano molto interessanti e complessi. Credo in fondo che per noi, musulmani di origine bosniaca, la vita fosse più semplice che per altre comunità .»

tag: vita
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«La mia infanzia è stata caratterizzata dal rifiuto di quei miti religiosi che avevo ereditato senza aver mai praticato. La mia comunità , essendo minoritaria nel quartiere di Sarajevo in cui vivevo, è sempre stata ossessionata da un sentimento di minaccia; è per questo che nel mio quartiere le persone con cui ho giocato, lavorato, vissuto possedevano un temperamento più tenace.»

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«Sono sempre in movimento, o parto o arrivo. Il mio indirizzo, il luogo che considero "casa", a parte la Normandia, è la mia barca, perchè è in movimento come lo sono io. Solo lì quando scivola sull'acqua verso un punto zero, ho la mia privacy.»

tag: arte
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