«Voglio ringraziare tutte le persone che in questi trent'anni mi hanno sopportato, hanno cercato di capirmi. Vi chiedo scusa per tutto quello che ho fatto di sbagliato, ma l'ho fatto per amore spasmodico per questo sport.»
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«Ringrazio tutti quelli che mi hanno insultato in carriera, mi hanno dato la forza di continuare.»
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«Una volta in Russia ho visto in una vetrina un paio di scarpe uscite di produzione con cui mi trovo benone: entro e chiedo quante ne hanno del mio numero, pronto ad acquistarne anche 100 paia, visto che sono introvabili. Torna il tipo e mi dice: ne ho due. Va bene, le prendo. Erano due, una sinistra e una destra. Dico all'interprete: chiedigli se mi sta prendendo per il culo. No, non mi stava prendendo in giro. I russi sono così.»
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«Per essere un buon tecnico, occorre essere anche un po' figli di mignotta. Bisogna prendere scelte immorali come tenere in panchina un giocatore simpatico e far giocare uno buono che ti sta sulle scatole. L'ideale sarebbe allenare la squadra di quelli messi fuori rosa.»
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«Varese è il posto dove mi piacerebbe giocare di più se avessi 25 anni, meglio dei Lakers. Gli applausi di Varese mi fanno sempre venire i brividi. Ma giustamente i tifosi vorrebbero il Pozzecco del 1999, dovrei segnare subito trè triple di fila, poi un assist dietro la schiena. Non sono più quel tipo di giocatore. Non voglio sentirmi dare del bollito se due partite vanno male.»
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«Un consiglio a un giovane giocatore di basket? Fai tutto quello che non ho fatto io e vedrai che andrà tutto bene.»
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«Mi piace che il pubblico durante una partita sia agonisticamente coinvolto e che fuori dal campo poi ci si possa stringere la mano.»
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