«La vera conoscenza deriva soltanto o da un sospetto o da una rivelazione.»
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«La battaglia di tutte le battaglie è scrivere.»
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«Un sorriso é il mezzo scelto per ogni ambiguità.»
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«È meglio dormire con un cannibale sobrio che con un cristiano ubriaco.»
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«La vera conoscenza deriva soltanto o da un sospetto o da una rivelazione.»
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«Ma il capodoglio non respira che un settimo, o una domenica, di tutto il suo tempo.»
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«Il coraggio più sicuro è quello che nasce da una reale conoscenza del rischio da affrontare, mentre quello che proviene dall'incoscienza è tanto pericoloso quanto la vigliaccheria.»
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«Non è segnata su nessuna carta: i luoghi veri non lo sono mai.»
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«Soccorri un po' la mia sfiducia, amico!»
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«Io non vi biasimo tanto per la vostra voracità, miei simili; questa è natura, e non c'è niente da fare; ma dominare questa cattiva natura, questo è il punto. Voi siete pescecani, certo; ma se dominate il pescecane in voi, allora siete angeli; perchè tutti gli angeli non sono altro che pescecani ben dominati. | (da "Moby Dick")»
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«Il povero vecchio passato, schiavo del futuro.»
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«Come questo spaventevole oceano circonda la terra verdeggiante, così nell'anima dell'uomo c'è un'insulare Tahiti, piena di pace e di gioia, ma circondata da tutti gli orrori della vita a metà sconosciuta.»
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«Dell'amicizia a prima vista, come dell'amore a prima vista, va detto che è la sola vera.»
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«Un falco, che aveva beffardamente seguito il pomo di maestra giù dalla sua naturale dimora tra le stelle, beccando all'insegna e molestando Tashtego, cacciò per caso la larga ala palpitante tra il martello e il legno; e in un baleno avvertendo quel sussulto etereo, il selvaggio affondato lì sotto, nel suo rantolo di morte, tenne inchiodato il martello. Così l'uccello del cielo, con strida d... »
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«L'ignoranza è la madre della paura | - Moby Dick, Herman Melville -»
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«E sulla bianca schiena dell'animale egli scaricò la somma della rabbia e l'odio provati dalla propria razza; se il suo petto fosse stato un cannone, egli, gli avrebbe sparato contro il suo cuore.»
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«Un falco, che aveva beffardamente seguito il pomo di maestra giù dalla sua naturale dimora tra le stelle, beccando all'insegna e molestando Tashtego, cacciò per caso la larga ala palpitante tra il martello e il legno; e in un baleno avvertendo quel sussulto etereo, il selvaggio affondato lì sotto, nel suo rantolo di morte, tenne inchiodato il martello. Così l'uccello del cielo, con strida d'arcangelo, rizzando in alto il rostro imperiale, e tutto il corpo imprigionato avvolto nella bandiera di Achab, andò a fondo con la sua nave, che come Satana non volle calare all'inferno finché non ebbe trascinata con sé, come elmo, una viva parte del cielo. Ora piccoli uccelli volarono stridendo sul vortice ancora aperto. Un tetro frangente biancastro urtò contro i suoi bordi ripidi. Poi tutto crollò, e il gran sudario d'acqua tornò a mareggiare come aveva fatto cinquemila anni fa.»
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