«Il mentitore dovrebbe tener presente che per essere creduto non bisogna dire che le menzogne necessarie.»
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«Fuori dalla penna non c'è salvezza.»
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«Il pianto offusca le proprie colpe e permette di accusare, senz'obiezioni, il destino.»
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«Il riso sulla sua bella faccia pareva l'arcobaleno e io la baciai ancora.»
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«È un'azione indegna per un uomo! Io non ho alcuna voglia di ammazzarmi, ma non v'è dubbio che se decidessi di farlo vi riuscirei subito!»
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«L'amore sano è quello che abbraccia una donna sola e intera, compreso il suo carattere e la sua intelligenza.»
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«Aveva notato che quando due Italiani si trovano allo stesso tavolo, avevano la gran voglia di lasciarlo per non sentire più l'altro.»
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«Ci sono tre cose che mi dimentico sempre: nomi, facce, la terza non ricordo.»
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«Il pianto offusca le proprie colpe e permette di accusare, senz'obbiezioni, il destino. Piangevo perché perdevo il padre per cui ero sempre vissuto. Non importava che gli avessi tenuto poca compagnia. I miei sforzi per diventare migliore non erano stati fatto per dare una soddisfazione a lui?»
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«Alla sua tomba come a tutte quelle su cui piansi, il mio dolore fu dedicato anche a quella parte di me che vi era sepolta.»
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«È proprio la religione vera quella che non occorre professare ad alta voce per averne il conforto di cui qualche volta - raramente - non si può fare a meno.»
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«Un bacio dato non è mai perduto...»
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«Nessuno è mai contento della sua sorte.»
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«Già alle prime parole che scambiammo sentii qualche stonatura, ma la stonatura è la via all'unisono.»
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«Il vero aspetto della gratitudine non può che essere un sorriso forzato.»
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«Ma non le sembrava giusto vivere per prepararsi alla morte. M'ostinai e asserii che la morte era la vera organizzatrici della vita. Io pensavo sempre alla morte e perciò non avevo che un solo dolore: la certezza di dover morire. Tutte le altre cose divenivano tanto poco importanti che per esse non avevo che un lieto sorriso o un riso altrettanto lieto.»
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«La morte di mio padre fu una vera, grande catastrofe. Il paradiso non esisteva più ed io poi, a trent'anni, ero un uomo finito. Anch'io! M'accorsi per la prima volta che la parte più importante e decisiva della mia vita giaceva dietro di me, irrimediabilmente.»
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«Ma io avevo mescolato tanto intimamente la realtà ai sogni che non riuscivo a convincermi ch'essa mai m'avesse baciata.»
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«Ecco ch'ero diventato il ragazzetto timido che tenta di toccar la mano dell'amata magari senza ch'essa se ne avveda, e poi adora quella parte del proprio corpo ch'ebbe l'onore di simile contatto.»
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«Insomma non avevo ancora perduta la capacità di ridere della mia avventura; la sola capacità che mi mancasse era quella di dormire.»
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