Lorenzo de' Medici, detto il Magnifico, ha incarnato l’ideale del principe letterato e protettore delle arti, figura molto cara al Rinascimento. Fu un politico ma anche un letterato e un mecenate. Come signore di Firenze incoraggiò le arti, ebbe molti nemici ma riuscì a sfuggire alla congiura dei Pazzi. Grazie a lui si mantenne un certo equilibrio tra le piccole potenze della penisola italiana e, infatti, alla sua morte la pace s'incrinò. Ebbe un importante ruolo da letterato: riaprì l’Università di Pisa e accolse importanti intellettuali, quali Marsilio Ficino e Angelo Poliziano. Tra le sue opere più famose Il trionfo di Bacco e Arianna.
Quant'è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
Chi vuol essere lieto, sia:
di doman non c'è certezza.
«La luna in mezzo alle minori stelle | chiara fulgea nel ciel queto e sereno, | quasi abscondendo lo splendor di quelle, | e 'l sonno aveva ogni animal terreno | dalle fatiche lor dïurne sciolti: | e 'l mondo è d'ombre e di silenzio pieno.»
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«Quant'è bella giovinezza, | Che si fugge tuttavia! | Chi vuol essere lieto, sia: | Di doman non c'è certezza»
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