«L'uomo risveglia sulla scena cosmica il male ch'era sopito in Dio.»
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«Non è senza ragione che l'esperienza religiosa punta soprattutto sul Dio sofferente e redentore, il che conferma che sul problema del male l'ultimo ricorso è alla religione, non certo alla morale.»
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«Dostoevskij non ha fornito né una teologia né una metafisica, ma oggi la teologia e la metafisica non possono fare a meno di lui.»
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«L'unico senso in cui si può dire che Gesù dà una risposta al problema del male, e che egli è, lui stesso, questa risposta.»
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«Il problema del male affonda le sue radici nelle oscure profondità della natura umana e nel segreto recesso dei rapporti dell'uomo con la trascendenza.»
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«Il male non è assenza di essere, privazione di bene, mancanza di realtà, ma è realtà, più precisamente realtà positiva nella sua negatività.»
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«È solo la consapevolezza della condivisione della sofferenza umana da parte di Dio, che può impedire alla sofferenza d'essere un aumento della negatività dell'uomo.»
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«È meglio il male libero che il bene imposto.»
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«Per vedere la natura come bella occorre considerarla nella sua produttività organica, vale a dire interpretarla. Voler interpretare la natura è già un amarla: l'interpretazione è già una visione innamorata della natura che ne mette in luce la bellezza.»
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«La dialettica temporale come lotta tra bene e male è quella che c'è nella storia temporale umana nella quale positivo e negativo, bene e male sono sempre in lotta, sempre in tensione, sempre insieme.»
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«La sfera estetica è passaggio necessario alla moralità, tanto che solo come uomo estetico l'uomo è veramente uomo.»
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«La bellezza è sempre libera e aderente: libera perché non aderisce a una conoscenza concettuale, aderente perché aderisce a un'interpretazione della natura.»
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«Anche chi non crede in Dio non può cessare d'essere interessato a ciò che Dio rappresenta per un credente, ed è solo la filosofia che può mostrarlo.»
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«L'importante non è la ragione per se stessa ma la verità: il valore della ragione dipende dalla sua vincolazione alla verità e dalla sua radicazione ontologica.»
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«Il male va distinto in possibile e reale: in Dio è presente come possibile, e lì lo trova l'uomo, che lo realizza nella storia.»
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«Il fatto che per esistere Dio abbia dovuto sconfiggere il nulla e sgominare il male, cioè mettere da parte il negativo, lascia in lui una traccia, sia pure inefficace e inoperante, di negatività, quasi che fosse rimasto qualcosa di non risolto e di ancora pendente. Si ha l'impressione che il nulla sia ancora in agguato, come una costante minaccia, e che il male latente e sopito possa ridestarsi. La negatività e il male sono presenti in Dio come possibilità prevedute, ma scartate, e quindi ormai scordate e inattuali.»
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