«Ci sono artisti che dopo i quarant'anni gettano la spugna: io sto vivendo una seconda giovinezza.»
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«Più passa il tempo e più si rafforza il desiderio di interpretare ruoli che mi appartengono emozionalmente, personaggi che rivendicano confronti e somiglianze con la mia esistenza.»
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«Quando ho iniziato a fare televisione sono stato molto criticato nel mio ambiente. Invece ho capito che non c'era nulla di male, anzi. Si cambia solo ambiente, ma si porta sempre la propria esperienza, la propria professionalità.»
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«Farò di tutto affinché la mia energia possa contagiare e coinvolgere tutti gli artisti che avrò accanto ed il pubblico che verrà a vedermi.»
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«Negli ultimi anni sono stato partecipe e interprete delle più grandi produzioni italiane ed europee ma non ne sono mai stato l'artefice, il produttore, responsabile. Così è nata la mia esigenza ed il piacere di costruire un sogno: La Compagnia Nazionale di Raffaele Paganini, con la quale cercherò di mettere a frutto tutto il mio bagaglio artistico e di trasmettere ai giovani danzatori le mie esperienze.»
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«Ho ballato cose classiche, contemporanee, moderne e nel corso di questi anni ho maturato sempre più l'esigenza di costruire qualcosa di mio, che fosse in linea con il mio modo di vedere la danza, con il mio essere danzatore e uomo.»
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«Dopo il mio diploma di danzatore, ho iniziato a far parte della Compagnia di balletto del teatro di Roma, diventandone il primo ballerino e poi l'etoile. Da allora, ho iniziato un percorso artistico come danzatore che mi ha dato l'opportunità di conoscere quasi tutti i teatri del mondo e i direttori che li dirigevano.»
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«Ho iniziato gli studi di danza tardi, all'età di quattordici anni, e per questo ho fatto molti sacrifici per raggiungere il livello dei miei compagni di scuola.»
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«Ho portato in scena la leggenda di Rodolfo Valentino. Carisma, sex appeal, tenacia. Inamovibile nel conquistare glorie e successi cinematografici. Da anni inseguivo il grande Rodolfo. Si tratta di un vero e proprio spettacolo musicale in cui ho cantato, danzato e recitato nei panni di uno dei miti del cinema muto.»
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«L'incontro casuale con il musical mi ha portato a dare un corso completamente diverso alla mia carriera, anche perché è arrivato nel momento giusto, quando avevo già un'età per cominciare a pensare ad un futuro non solo come danzatore classico.»
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«Faccio parte di quella generazione di ballerini classici che posso definire un po' ottusi: ho vissuto diversi anni all'estero, ho avuto la fortuna di lavorare in Inghilterra e di girare un po' tutto il mondo con il London Festival Ballett; noi che facevamo danza classica pura quasi snobbavamo i musical, non si andava neppure a vederli. Oggi non è più così, ma allora c'erano questi pregiudizi.»
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