«Con il mio lavoro mi rapporto in modo giocoso, senza prendermi troppo sul serio, cercando di lavorare al meglio e di divertirmi, qualsiasi sia il ruolo che mi trovo a fare. Il mio approccio a questo mestiere è un po', come diceva Mastroianni, quello "del bambino che vuole appagare la sua voglia di giocare".»
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«Mi piacerebbe poter affrontare un ruolo psicologico, dostoevskijano, in cui gli sguardi pesano più delle parole in un film visionario alla Kieslovsky, un regista che adoro.»
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«"8 e mezzo" è un grande affresco umano e un'acuta rappresentazione dei dubbi che affliggono le persone, ancora attualissimo e tratteggiato con perfetta armonia tra stile e contenuto. Visivamente straordinario, affronta con apparente leggerezza i temi della morte, della memoria, dell'arte, del destino, della felicità. Un film che si potrebbe vedere e rivedere senza stancarsi mai, scoprendo sempre cose nuove.»
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«Per "La Freccia Nera" ho imparato ad andare a cavallo, tirare di scherma, mettere armature, tirare con l'arco. Mi piace giocare.»
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«Mi diverte cambiare continuamente i ruoli, lo faccio per vivere tutte le vite che non potrei mai vivere.»
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«Quando il personaggio che fai non è un protagonista, ma una sorta di colore nel film, hai meno elementi per costruirlo. L'esperienza di "Romanzo Criminale" mi ha dato la possibilità di lavorare in tal senso. Ho dovuto imparare a far uscire il carattere avendo a disposizione poche scene, tenendo sempre ben presente il contesto in cui andava di volta in volta ad inserirsi e il percorso dei personaggi con cui si trovava ad interagire.»
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«Le scuole di recitazione possono spiegarti molte cose teoriche, ma se non riesci a sentire il personaggio e a farlo tuo, puoi aver studiato tantissimo ma non serve assolutamente a nulla. Meglio fare tanta pratica.»
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«Il successo mi è piovuto addosso all'improvviso. Sono rimasto molto colpito in un'occasione quando tantissime ragazze si erano appostate per vedermi e gridavano il mio nome da lontano. Mi ha fatto un effetto veramente strano, anche se preferisco quando mi parlano piuttosto di quando mi fotografano con il telefonino trattandomi come un oggetto.»
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«A scuola andavo malissimo . Ho cambiato tre indirizzi: linguistico, ragioneria, istituto per il commercio. Poi, un giorno ho fatto uno spettacolo teatrale. Recitavo davanti a mille persone, sentivo l'odore del palcoscenico, vedevo il sipario, la luce rossa che si accendeva, avevo il cuore che mi usciva da petto. E' stato un colpo di fulmine. Ho detto: "Voglio fare l'attore".»
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