«Penso che piano piano ogni persona, più è in mostra e più numerose sono le sue apparizioni, si crea un'immagine. Alla fine credo che tutti mi vedono per quello che sono veramente, anzi per quello che non sono… in fondo non sono niente di specifico, di preciso! Mi sento più in mezzo alle cose…in fondo sono un attore, se proprio devo vedere cosa ho sulla carta d'identità. Però mi sento un po' più "tra le cose": scrivo le canzoni, canto, ma ovviamente non mi sento un cantante, perché non canto le canzoni di altri, faccio le mie cose, forse l'unica professione che so svolgere è quella dell'attore, comunque l'ho imparata e, anche lì, come in tutti i lavori c'è un codice, c'è qualcosa da sapere. Lascio ai giornalisti il compito di crearmi un'etichetta!»
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«Il successo televisivo non è una scienza esatta come invece vogliono farci credere.»
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«[Sul suo primo film da regista "Basilicata coast to coast"] Il mio intento era fare un film sul sud da cui provengo, così come lo guardavo da giovane, con la sua capacità di fare ed inseguire sogni, la voglie e la possibilità di cercare un cambiamento, la leggerezza poetica di cui è capace. [...] Questo film nasce dalla voglia di fare qualcosa di più per me e per gli altri.»
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«Tutti i luoghi del Sud offrono un calore tiepido, che non scotta.»
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«Sento che la gente ha bisogno di essere stimolata dalla poesia per uscire da una depressione che l'attanaglia e ne inibisce le possibilità.»
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«[Sul suo primo film da regista "Basilicata coast to coast"] Questo è un omaggio verso la terra, non solo verso la mia terra. Il campanilismo mi è antipatico, questo federalismo sentimentale, la regionalizzazione ci fa perdere di vista tutto. Ma qui dentro c'è tanto, questo film che ancora non ho capito del tutto per me è come un jazz suonato con gli amici.»
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