Stéphane Mallarmé

poeta, scrittore e drammaturgo francese

Stéphane Mallarmé è stato un poeta e critico francese. Ha lavorato come insegnante di inglese passando buona parte della vita quasi in povertà, nonostante fosse uno dei maggiori poeti del simbolismo francese. Amava discutere di poesia, arte, filosofia nel suo salotto.
 
 
È Poesia il sublime mezzo per il quale la parola conquista lo spazio a lei necessario: comporre versi è un'attività che si potrebbe definire testografica.
 
 
 I suoi primi lavori debbono molto allo stile definito da Charles Baudelaire, i giochi di parole non rendono i versi facilmente traducibili. La poesia di Mallarmé è stata fonte d'ispirazione anche per molte opere musicali, tra cui il “Prélude à l'après-midi d'un faune” di Claude Debussy. Nonostante l’apprezzamento generale venne rifiutato dal Teatro Francese.
 
 
La carne è triste, ahimè! e ho letto tutti i libri.
 
 
Un articolo di Verlaine l’omaggio che ne fa Joris Karl Huysmans, nel suo libro “À rebours” contrinuranno alla sua notorietà. Due sue importanti opere verranno pubblicate nei due anni successivi: “L'explication orphique de la Terre”” e “M'introduire dans ton histoire”, il suo primo poema senza punteggiatura.
 
 
Il casuale dev'essere bandito dall'opera moderna, e può essere soltanto simulato.
data: 12/12/14 autore:

«Mi figuro, per un inestirpabile pregiudizio di scrittore, che nulla resterà non detto.»

tag: giudizio
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«Non si scrive un poema con le idee, ma con le parole.»

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«Tutto al mondo esiste per finire in un libro.»

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«Quasi usando per sua parola | Null'altro che un battito al cielo, | Il futuro verso s'invola | Dall'avorio che in sé lo cela. | Ala piano corra all'orecchio | Questo ventaglio se esso è | Quello per cui qualche specchio | Risplendette dietro di te | Chiaro (dove ritorna a scendere | Inseguita in ogni frammento | Un po' d'invisibile cenere | Unica a rendermi lamento) | Ed appaia uguale domani | Tra quelle tue agili mani.»

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«Nulla, una schiuma, vergine verso | solo a indicare la coppa; | così al largo si tuffa una frotta | di sirene, taluna riversa. | Noi navighiamo, o miei diversi | amici, io di già sulla poppa | voi sulla prora fastosa che fende | il flutto di lampi e d'inverni; | una bella ebbrezza mi spinge | né temo il suo beccheggiare | in piedi a far questo brindisi | solitudine, stella, scogliera | a tutto quello che valse | il bianco affanno della nostra vela.»

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«Nulla, spuma, vergine verso | A non designar che la coppa; | Tal si tuffa lungi una frotta | Di sirene, il dorso riverso. | | Noi navighiamo, o miei diversi | Amici, io già sulla poppa | Voi sulla prua ch'apre alla rotta | Flutto di folgori e d'inverni; | | Un'ebbrezza bella m'ingiunge | Senza temer beccheggio lungo | Di levar alto questo salve | | Solitudine, scoglio, stella | A non importa ciò che valse | La cura bianca della vela.»

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«La carne è triste, ahimé, e ho letto tutti i libri.»

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«Ognuno dovrebbe sempre mantenere tra sé e il mondo uno strato sottile di fumo.»

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«Il mondo è fatto per finire in un bel libro.»

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«Non si scrive un poema con le idee, ma con le parole.»

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«Mi figuro, per un inestirpabile pregiudizio di scrittore, che nulla resterà non detto.»

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«Ti reco questo figlio d'una notte idumea! | Nera, spiumata, pallido sangue all'ala febea, | Pel vetro che d'aromi fiammeggianti si dora, | Per le finestre, ahimé ghiacciate e fosche ancora, | L'aurora si gettò sulla lampada angelica. | Palme! E quando mostrò essa quella reliquia | Al padre che nemico un sorriso tentò... »

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«Come è triste la carne... E ho letto tutti i libri! | Fuggire! Laggiù fuggire! Ho udito il canto degli uccelli ebbri tra l'ignota schiuma e i cieli. | Nulla, neppure gli antichi giardini riflessi negli occhi, | Potrà Trattenere il mio cuore che si immerge nel mare. | O notti! Neppure il deserto chiarore della mia lampada | Sul foglio ancora intatto, difeso dal suo chiarore, | E neppure la giovane... »

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«Le temple enseveli divulgue par la bouche | Sépulcrale d'égout bavant boue et rubis | Abominablement quelque idole Anubis | Tout le museau flambè comme un aboi farouche | | Ou que le gaz récent torde la mèche louche | Essuyeuse on le sait des opprobres subis... »

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