«Bisogna essere dei sognatori e credere profondamente in se stessi per riuscire a dirigere un film come Go Go Tales, di questi tempi e con pochissimi soldi. Per questo posso dire che a mio avviso questo di Abel Ferrara è un film in parte anche autobiografico.»
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«Non sono strano. Sono solo un ragazzo di strada del Wisconsin.»
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«Gran parte dei film a basso budget di oggi è girato in digitale e questo restringe la gamma di possibilità artistiche per un attore. Si può improvvisare liberamente ma è molto più difficile disciplinarsi; e la composizione delle inquadrature è meno curata. Io sono legato a un concetto più tradizionale di composizione delle inquadrature.»
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«Chi ha le possibilità fa film costosi, che incassano molto. Chi non le ha fa film piccoli, sempre più piccoli, e spera di ottenerne un ricavo. Tutto ciò che c'era tra questi due estremi è scomparso.»
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«Il cinema indipendente come lo conoscevamo non esiste più. Oggi le grandi case di produzione hanno queste appendici indipendenti che ne hanno preso il posto.»
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«Non credo che i ruoli che scelgo siano monodimensionali: è vero che spesso sono cattivi, ma sono comunque cattivi con aspetti molto umani. Mi ha sempre attratto il fatto di poter mettere in discussione il tradizionale concetto di moralità .»
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«Non saprei dire se Platoon dopo venti anni abbia ancora senso. Molte cose sono cambiate. Basta vedere come sono equipaggiati i soldati americani in Iraq. Allora era un film che raccontava la guerra in Vietnam in maniera diversa. Era a metà strada fra Rambo e Apocalipse Now. Tuttavia sono stati numerosi i soldati americani che quando mi incontravano mi facevano i complimenti. "Nessuno ha mai raccontato come in Platoon, quello che facevamo negli addestramenti" mi dicevano. E allora non sono sicuro che Platoon fosse un film antimilitare come è stato sempre definito. Questi dubbi credo che capitino con tutti i grandi capolavori.»
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