«Morire – questo a un gatto non si fa. | Perché cosa può fare il gatto | in un appartamento vuoto? | Arrampicarsi sulle pareti. | Strofinarsi contro i mobili. | Qui niente sembra cambiato, | eppure tutto è mutato. | Niente sembra spostato, | eppure tutto è fuori posto. | E la sera la lampada non brilla più.»
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«Non ce l'ho con la primavera | perché è tornata. | Non la incolpo | perché adempie come ogni anno | ai suoi doveri.»
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«Sono entrambi convinti | che un sentimento improvviso li unì. | È bella una tale certezza | ma l'incertezza è più bella.»
| VOTI: 1 |
«Forse tutto questo | avviene in un laboratorio? | Sotto una sola lampada di giorno | e miliardi di lampade la notte?»
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«Nulla è in regalo, tutto è in prestito. | Sono indebitata fino al collo. | Sarò costretta a pagare per me | con me stessa, | a rendere la vita in cambio della vita. (da Nulla è in regalo!»
| VOTI: 1 |
«Ascolta | come mi batte forte il tuo cuore.»
| VOTI: 1 |
«Non c'è vita | che almeno per un attimo | non sia immortale.»
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«Quando pronuncio la parola Futuro, la prima sillaba va già nel passato. | Quando pronuncio la parola Silenzio, lo distruggo. Quando pronuncio la parola Niente, creo qualche cosa che non entra in alcun nulla.»
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«E chi è questo pupo in vestina? | Ma è Adolfino, il figlio dei signori Hitler! | Diventerà forse un dottore in legge | o un tenore dell'opera di Vienna? | Di chi è questa manina, di chi, e gli occhietti, il nasino? | Di chi il pancino pieno di latte, ancora non si sa: | d'un tipografo, d'un mercante, d'un prete? | Dove andranno queste buffe gambette, dove? | Al giardinetto, a scuola, in ufficio, alle nozze | magari con la figlia del sindaco?»
| VOTI: 1 |
«Doveva essere migliore degli altri il nostro XX secolo. | Non farà più in tempo a dimostrarlo, | ha gli anni contati, | il passo malfermo, | il fiato corto. »
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«Siamo figli dell'epoca, | l'epoca è politica. | Tutte le tue, nostre, vostre | faccende diurne, notturne | sono faccende politiche.»
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«Cos'è necessario? | E necessario scrivere una domanda, | e alla domanda allegare il curriculum. | A prescindere da quanto si è vissuto | il curriculum dovrebbe essere breve.»
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«Non c'è dissolutezza peggiore del pensare. | Questa licenza si moltiplica come gramigna | su un'aiuola per le margheritine.»
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«Alla nascita d'un bimbo | il mondo non è mai pronto.»
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«Preferisco il cinema. | Preferisco i gatti. | Preferisco le querce sul fiume Warta. | Preferisco Dickens a Dostoevskij. »
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«Strano pianeta e strana la gente che lo abita. | Sottostanno al tempo, ma non vogliono accettarlo. | Hanno modi per esprimere la loro protesta. | Fanno quadretti, ad esempio questo.»
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«Si è arrivati a questo: siedo sotto un albero, | sulla sponda d'un fiume | in un mattino assolato. | È un evento futile | e non passerà alla storia. | Non si tratta di battaglie e patti | di cui si studiano le cause, | né di tirannicidi degni di memoria.»
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«Ad alcuni – | cioè non a tutti. | E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza. | Senza contare le scuole, dove è un obbligo, | e i poeti stessi, ce ne saranno forse due su mille.»
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«Dopo ogni guerra | c'è chi deve ripulire. | In fondo un po' d'ordine | da solo non si fa.»
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«Guardate com'è sempre efficiente, | come si mantiene in forma | nel nostro secolo l'odio. | Con quanta facilità supera gli ostacoli. | Come gli è facile avventarsi, agguantare.»
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