«Non ho niente contro i computer. Il mio segretario li usa regolarmente e, anzi, sembra che siano di grande utilità per immagazzinare dati e raccogliere speciali informazioni. Ma per il lavoro di scrittura vera e propria sono troppo veloci, almeno per me.»
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«La cosa più straordinaria è che in principio c'è l'orrore per la pagina vuota. Ai miei occhi, ogni pagina presentava questo suo candore e io dovevo sporcarla. Non ripongo alcuna fiducia nel lavoro al computer: è un modo di scrivere troppo pulito, e i risultati giungono troppo in fretta.»
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«Per amor di onestà devo ammettere che ho guadagnato tanto da potermi permettere di non lavorare più per il resto della mia vita.»
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«Bisogna imparare a controllare la qualità di ogni nostra azione o lavoro e anche la qualità degli insegnamenti che ci propongono.»
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«Suonare con i Foo Fighters è il lavoro più bello del mondo. Dopo l'attore porno, naturalmente.»
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«Non giudico i risultati del mio lavoro, giudico l'impegno, e quello per me è totale.»
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«Non vorrei che i miei figli facessero gli attori, anzi faccio di tutto per tenerli lontani dal mio lavoro. Certo se uno di loro venisse da me e mi dicesse "mamma, voglio fare l'attore" non glielo impedirei, ma vorrei che lo facesse in modo del tutto indipendente da me. Devono essere liberi di fare le loro scelte professionali.»
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«è un piacere lavorare con i bambini perchè ti spingono alla semplicità e alla naturalezza. Un bambino non lo puoi costringere a stare seduto in un certo modo o a fare cose innaturali perchè non durerebbe cinque minuti.»
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«Ho iniziato a lavorare a tre anni e certo che il mio approccio è cambiato, con il passare del tempo capisci cosa ti rende veramente felice e cosa no. Ho scelto di tenere ben separate la vita professionale e quella personale, faccio sempre meno film, scegliendoli con maggiore attenzione. Spero di lavorare ancora a 70 anni ma spero soprattutto di portare avanti la mia carriera di regista.»
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«Ho imparato che sono felice solo da quando divido nettamente la vita privata dal lavoro, sono felice quando giro pochi film, quando lavoro con registi simpatici e intelligenti, la mia vita privata è al primo posto. Ho iniziato a lavorare a tre anni, il mio punto di vista è cambiato con il tempo e la mia famiglia viene prima di tutto, è una lezione che Hollywood ti insegna.»
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«Puoi spendere una vita intera, e, se sei onesto con te stesso, mai una volta il tuo lavoro sarà stato perfetto.»
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«Il rock è un modo meraviglioso per fare soldi. Il mondo dello spettacolo, soprattutto le pop star, hanno fatto un lavoro eccellente per combattere l'Aids. Invece la comunità internazionale degli scrittori arranca penosamente. Sembra che non siamo in grado di coordinare il nostro impegno umanitario, ognuno fa quello che può per conto proprio.»
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«Il paradigma della competizione è la gara: premiando il vincitore incoraggia ognuno a correre più veloce. Quando veramente il capitalismo funziona in questo modo, fa un buon lavoro; ma chi lo difende ha torto nell'asserire che agisce sempre così. Se i corridori dimenticano il motivo per cui è offerto il premio e si concentrano solo sul vincere non curandosi di come, possono trovare altre strategie, come ad esempio attaccare gli altri concorrenti. Se i corridori si azzuffano, arrivano tutti in ritardo al traguardo. Il software proprietario e segreto è l'equivalente morale dei corridori che si azzuffano.»
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«Finchè un uomo ha la convinzione che tutti, nell'intero genere umano, sono suoi fratelli, lavora sodo invano e ipocritamente nelle vigne dell'uguaglianza.»
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«Il mio lavoro va al di là delle critiche estetiche. Preferirei che si parlasse, magari anche con qualche giudizio negativo, del mio lavoro.»
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«Non parlerò mai più, perchè un artista deve comunicare con il pubblico solo per mezzo del suo lavoro.»
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«Ho lavorato per Renzo Arbore, ho lavorato per Maurizio Costanzo, ho lavorato per Antonio Ricci, ho lavorato per Gino e Michele. Mi sta venendo il dubbio che non so proprio tenermi un lavoro.»
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«Penso che fare il regista sia il sogno di ogni interprete. Ogni volta che mi trovo a leggere una sceneggiatura, mi vengono un sacco di idee su come potrebbe diventare il film. Poi sul set mi accorgo di come queste sceneggiature vengano spesso massacrate dall'incompetenza di alcuni registi e produttori perdendo ogni interesse. Il lavoro di un attore è fare una scena e andarsene via, sperando che il montaggio e tutto il resto sappia rendere lo spirito del film che ha scelto di interpretare. Poi però ogni tanto ti accorgi che il film è diventato qualcos'altro che non riconosci. Il risultato di questa situazione è drammatico.»
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«Io e Woody Allen pensiamo entrambi che il termine "musa" sia davvero bizzarro. Non è che quando arrivo io porto l'ispirazione e lui perde il "blocco dello scrittore". E' solo che ci piace lavorare assieme, lavoriamo facilmente e abbiamo un piacevolissimo rapporto d'amicizia. Nulla di più.»
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