Arturo Graf

poeta, aforista e critico letterario italiano

«Se non ci fossero tante pecore, non ci sarebbero tanti lupi.»

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«V'è chi si vergogna di somigliare agli altri uomini, e punto non si vergogna di somigliare alle bestie.»

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«Il vizio non può credere alla virtù per quella ragione medesima per cui la vigliaccheria non può credere all'eroismo.»

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«Non è più misero un suo della intelligenza e di spenderla tutta in mettere a nudo e schernire la stupidezza altrui.»

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«Quando pure non avesse altre qualità buone, l'amore avrebbe sempre quest'ottima qualità, di rendere piane e facili tutte le cose.»

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«Per imparare certe cose bisogna saperne disimparare certe altre.»

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«Il primo dovere del galantuomo sarà di non fare il male; il secondo, di non lasciarsi sopraffare e maltrattare. Che serve che uno sia galantuomo, se il primo furfante a cui s'abbatte se lo può mettere sotto i piedi?»

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«Sono uomini i quali nessuna cosa riescono a fare a tempo debito, nemmeno morire.»

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«Gli egoisti sono poveri maestri nell'arte di godere, ignorando la gioia del dare e del darsi.»

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«Nulla è che tanto impedisca la felicità quanto un desiderio smodato e un soverchio studio di procacciarla.»

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«Ciò che una generazione imparò a caro prezzo, la susseguente disimpara celiando.»

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«Nessuno più noioso di chi perpetuamente si annoia.»

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«Certissimo segno d'animo abietto e villano: umiliarsi, se trattato con durezza; se con mansuetudine, insolentire.»

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«Quando fabbricate una definizione, vedete di lasciarle a tergo un usciolino, donde si possa decentemente entrare ed uscire.»

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«La vera modestia nulla ha da spartire con l'umiltà e la pusillanimità.»

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«L'insolenza dei grandi è odiosa, nei piccoli è ridicola.»

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«Se non isperate di poterle sollevare e redimere, tenetevi lontani il più che potete dalle nature abiette, perché dal loro commercio rimarrete, in un modo o in un altro, contaminati.»

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«Chi vuol essere da più ch'ei non può, riesce da meno di quanto ei potrebbe.»

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«Non v'è lettura più stucchevole e più nociva che la lunga e continuata lettura della prosa della vita. Perciò, se volete durare a vivere, dopo aver letto un volume di quella prosa, procurate di leggere una pagina almeno di poesia.»

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«Chi non vale a governare sè, potrà violentare, non governare gli altri.»

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