«Anche l'episodio più insignificante nella giornata di uno qualunque di noi, esaminato alla luce di un episodio delittuoso, acquista un rilievo fuori dell'ordinario.»
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«Una grande forza narrativa si sprigiona da episodi legati a un fatto di sangue . La cosa è nota ovviamente e la fortuna ininterrotta della letteratura (e del cinema) poliziesca lo dimostra.»
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«In Italia è praticamente scomparso quello che una volta si chiamava "delitto d'onore" , che godeva addirittura d'una certa tutela giuridica. Oggi gli italiani uccidono soprattutto per rubare soldi o per sesso.»
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«Le ragioni per le quali il delitto per antonomasia, l'omicidio, viene commesso, dicono più cose di qualunque inchiesta sulle condizioni di una società.»
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«Il modo in cui un paese delinque è uno dei più potenti rivelatori della sua anima.»
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«Ho avuto due grandi opportunità professionali. Partecipare nel 1976 alla nascita di un quotidiano come "La Repubblica" e nel 1987 al varo di quella importante esperienza televisiva che è stata Raitre. Due grandi direttori: Eugenio Scalfari e Angelo Guglielmi.»
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«Una volta mi piaceva molto Montmartre, certe stradine segrete sul versante settentrionale dell'altura (il nome deriva dalla contrazione di Mons martirum), l'incanto dei tramonti estivi dalla spianata del Sacro Cuore. Adesso non ci si può quasi più andare, perché è diventata, come Trastevere, una specie di zoo per turisti.»
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«Ecco una cosa di cui noi italiani non siamo ancora capaci: la difesa di una visione nazionale al di là delle diverse opinioni politiche.»
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«Quello che la Francia sta facendo per il rilancio del disegno politico dell'Europa è bello, bello che il presidente Chirac e il premier Jospin, separati quasi su tutto, concorrenti diretti alle prossime elezioni presidenziali, siano invece uniti su questo disegno.»
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«Il quartiere in cui abito quando sono a Parigi è Montparnasse, un misto di grande metropoli e di "villaggio", una zona rallegrata dal giardino del Lussemburgo che è uno dei più belli della capitale francese, un quartiere dove si può mantenere un certo calore umano nei rapporti, come in una cittadina di provincia.»
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«Ho conosciuto Parigi prima attraverso la lettura, che è un bellissimo modo per conoscere una città: la Parigi del '600, per esempio anche nella sua "revisione" ottocentesca (I tre moschettieri), o la Parigi crudele del verismo. Poi, quando ne ho avuta la possibilità, sono andato a cercare nella realtà le possibili eco di ciò che avevo solo immaginato.»
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«La mia trilogia dedicata a un immaginario fratellastro del dannunziano Andrea Sperelli raccontava il decennio dal 1911 (guerra di Libia) al 1921 (vigilia della Marcia su Roma), fondamentali per la formazione del neonato Stato unitario.»
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«È il punto centrale dei libri che cerco di scrivere: raccontare il passato ancora visibile per creare una connessione e un legame, anche per tentare di capire meglio ciò che sta succedendo.»
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«Leggendo il passato si capisce meglio come siamo arrivati ad essere ciò che oggi siamo.»
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«Mi appassiona il passato delle collettività, di noi italiani per esempio, il modo in cui i grandi avvenimenti ci hanno formato, come ci siamo rivelati sotto la spinta dei grandi avvenimenti: debolezze, viltà, eroismo, costanza, il comportamento dei romani sotto l'occupazione nazista, l'Italia liquefatta dell'8 settembre 1943, il boom degli anni Cinquanta, quella disperata energia.»
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«Mi interessa il passato. Non tanto il mio passato, un passato semplicemente biografico.»
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«Quando la TV impiega, in una diretta, tutte le sue potenzialità e cioè contributi registrati, collegamenti esterni, telefonate, filmati d'archivio, ospiti in studio, si rivela per ciò che è: vale a dire il più potente mezzo comunicativo mai concepito. Trasmette messaggi ad una fascia vastissima di pubblico, dà al presente istantaneo evidenza e velocità senza precedenti.»
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«L'esperienza televisiva mi ha fatto toccare con mano le straordinarie capacità narrative che quello strumento possiede se usato sfruttandone le specifiche qualità.»
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