«Amo come l'amore ama. Non conosco altra ragione di amarti che amarti. Cosa vuoi che ti dica oltre a dirti che ti amo, se ciò che voglio dirti è che ti amo?»
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«I libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di familiarità attiva e penetrante.»
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«La mia anima è una misteriosa orchestra non so quali strumenti suoni e strida dentro di me: corde, arpe, timpani e tamburi. Mi conosco come una sinfonia.»
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«Posa un momento, un solo momento su me, non solo lo sguardo ma anche il pensiero.»
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«Non sono niente. | Non sarò mai niente. | Non posso volere | d'essere niente. | A parte questo, ho in me | tutti i sogni del mondo...»
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«Amo tutto ciò che è stato | Amo tutto ciò che è stato, | tutto quello che non è più, | il dolore che ormai non mi duole, | l'antica e erronea fede, | l'ieri che ha lasciato dolore, | quello che ha lasciato allegria | solo perché è stato, è volato | e oggi è già un altro giorno.»
| VOTI: 1 |
«Quasi anonima sorridi | e il sole indora i tuoi capelli. | Perché per essere felici | È necessario non saperlo?»
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«Vorresti che la persona che ti veglia mentre cerchi di dormire sia io? Vorresti le mie tenerezze? Se solo potessi.»
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«Campana del mio villaggio | dolente nell'imbrunire, | ogni rintocco tuo | dentro di me risuona. | | Così lento è il tuo suonare, | triste come di vita, | che il tuo primo rintocco | già il secondo ricorda. | | Per quanto tu sia vicina, | quando passo errabondo, | per me sei come un sogno, | mi suoni dentro lontana. | | Ad ogni rintocco tuo, | vibrante nel cielo aperto, | è più remoto il passato, | più urgente la nostalgia.»
| VOTI: 1 |
«Il bambino biondo | giace sul selciato. | Ha le viscere fuori | e legato a uno spago | un trenino ignorato. | | È un fascio il suo volto | di sangue e di niente. | Luccica un pesciolino | un pesciolino di vasca da bagno | accanto al marciapiede. | | Sulla strada viene sera. | Un chiarore sullo sfondo | annuncia un futuro che sorge. | | E quello del bambino biondo?»
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«Lontano da me in me esisto | fuori da chi io sono, | l'ombra e il movimento in cui consisto.»
| VOTI: 1 |
«Ho pena delle stelle | che brillano da tanto tempo, | da tanto tempo... | Ho pena delle stelle. | | Non ci sarà una stanchezza | delle cose, | di tutte le cose, | come delle gambe o di un braccio? | | Una stanchezza di esistere, | di essere, | solo di essere, | l'essere triste lume o un sorriso... | | Non ci sarà dunque, | per le cose che sono, | non la morte, bensì | un'altra specie di fine, | o una grande ragione: | qualcosa così, come un perdono?»
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«Dicono? | Dimenticano. | Non dicono? | Hanno detto. | | Fanno? | È fatale. | Non fanno? | È uguale. | | Perché | aspettare? | - Tutto è | sognare.»
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«Stanca essere, sentire duole, pensare distrugge. | A noi estranea, in noi e fuori, | precipita l'ora, e tutto in lei precipita. | Inutilmente l'anima lo piange. | | A che serve? Che cos'è che deve servire? | Pallido abbozzo lieve | del sole d'inverno che sorride sul mio letto... | Vago sussurro breve. | | Delle piccole voci con cui il mattino si sveglia, | della futile promessa del giorno, | morta sul nascere, nella speranza lontana e assurda | in cui l'anima confida.»
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«Fra la calma e l'albereto, | fra la radura e la solitudine, | il mio vaneggiamento passa timoroso | conducendomi l'anima per mano. | È tardi già, e ancora è presto.»
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«Dicon che fingo o mento | quanto io scrivo. No: | semplicemente sento | con l'immaginazione, | non uso il sentimento. | | Quanto traverso o sogno, | quanto finisce o manco | è come una terrazza | che dà su un'altra cosa. | É questa cosa che è bella. | | Così, scrivo in mezzo | a quanto vicino non è: | libero dal mio laccio, | sincero di quel che non è. | Sentire? Senta chi legge.»
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«Come alle volte in un giorno azzurro e mansueto | nel vivo verde della pianura calma | di una improvvisa nube l'avanzare | pallidamente le erbe affosca | così ora nella mia anima pavida | che di repente svanisce e si fa fredda | memoria dei morti appare...»
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«Ma io, sempre estraneo, sempre penetrando | il più intimo essere della mia vita, | vado dentro di me cercando l'ombra.»
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«Nasce un Dio. Altri muoiono. Non ci è giunta | né ci ha lasciato la verità: muta l'Errore. | Abbiamo ora un'altra Eternità, | e ciò che è passato in fondo era migliore. | | Cieca, la Scienza ara gleba vana. | Folle, la Fede vive il sogno del suo culto. | Un nuovo Dio è solo una parola. | Non credere o cercare: tutto è occulto.»
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