«Dobbiamo asserire [...] che [San Francesco] fu un poeta. [...] Ma egli ebbe un privilegio negato a molti poeti; poté infatti chiamarsi il solo poeta felice fra i tanti poeti infelici del mondo. Tutta la sua vita fu una poesia, ed egli non fu tanto un menestrello che cantava semplicemente le proprie canzoni, quanto un drammaturgo capace di recitare per intero il suo dramma.»
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«Ancora ogni generazione cerca per istinto il suo santo. Ed egli [Francesco d'Assisi] è non ciò che la gente vuole, ma piuttosto colui del quale la gente ha bisogno. [...] Da ciò il paradosso della storia che ciascuna generazione è convertita dal santo che la contraddice maggiormente.»
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«E' insensato andare a Roma se non si possiede la convinzione di tornare a Roma.»
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«Il mondo circostante era, come si è già notato, un groviglio di dipendenze familiari, feudali, e altre. L'idea complessa di San Francesco era che i Piccoli Frati dovessero essere come pesciolini, liberi di muoversi a proprio piacimento in quella rete. E potevano farlo proprio per il loro essere piccoli e perciò guizzanti. [...] Calcolando, per così dire, su questa astuzia innocente, il mondo era destinato ad essere circuito e conquistato da lui, e impacciato nel reagire alla sua azione. Non si poteva di certo lasciar morire di fame un uomo continuamente votato al digiuno, né lo si sarebbe potuto distruggere e ridurre alla miseria, poiché era già un mendicante. Vi sarebbe stata una soddisfazione ben scarna anche nel percuoterlo con un bastone, poiché egli si sarebbe lasciato andare a salti e canti di gioia, essendo l'umiliazione la sua unica dignità. E nemmeno lo si sarebbe potuto impiccare, perché il cappio sarebbe divenuto la sua aureola.»
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«A età avanzata, poiché stava per diventare cieco, prospettarono a San Francesco un rimedio orribile, che consisteva nel cauterizzare l'occhio senza alcun anestetico. In altre parole, si dovevano bruciare i bulbi degli occhi con un ferro rovente. [...] Quando fu preso il ferro dalla fornace, egli si levò con atteggiamento educato, e parlò come se si rivolgesse ad un essere invisibile: "Fratello fuoco, Dio ti ha creato bellissimo e forte e utile; ti prego d'essere cortese con me." Se c'è qualcosa che possa dirsi arte di vivere, a me pare che un simile momento sia uno dei suoi capolavori. Non a molti poeti è stato concesso di ricordare la propria poesia in un simile momento, ancor meno di vivere uno dei propri poemi. Perfino William Blake sarebbe stato sconvolto se, leggendo i nobili versi: "Tigre! Tigre! che splendente bruci!" un'enorme tigre viva del Bengala fosse apparsa alla finesta del suo cottage in Felpham, con la evidente intenzione di asportargli la testa.»
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«Per natura io sono simile a quel pellegrino che non riesce mai a vedere il Papa perché si sofferma troppo a contemplare le Guardie del Papa.»
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«Posso dire onestamente, come impressione generale sulle cose, che non trovo mai nulla di noioso; ma un libro in cui descrivessi la scoperta che nulla esiste di noioso potrebbe essere noioso per davvero. Allo stesso modo, nel fare il racconto del mio viaggio, mi sento costretto a dire che sono un cattivo viaggiatore, o almeno un cattivo turista. E anche qui non intendo mancar di rispetto al turista, tanto meno poi al pellegrino.»
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«Un delitto è come ogni altra un'opera d'arte. Non si sorprenda: i delitti non sono affatto le sole opere d'arte che provengono da un'officina infernale. Ma ogni opera d'arte, sia essa divina o diabolica, ha un'impronta inevitabile; voglio dire che l'idea centrale è semplice, per quanto l'adempimento possa essere complicato.»
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«Questa perdizione apre una porta dietro l'altra verso l'inferno, e sono porte che immettono in stanze sempre più strette. Ecco quello che si deve dire contro il peccato: non è che si diventi sempre più sfrenati, ma sempre più meschini.»
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«Non è che essi non sappiano vedere la soluzione. È che non sanno vedere il problema.»
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«Quando voi parlate di scienza della criminologia, voi intendete studiare un uomo dal di fuori, come se fosse un gigantesco insetto, o un fenomeno lontano da noi; mentre il più grande orrore del male sta appunto nel fatto che è così vicino a noi, che è in tutti noi.»
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«Posso credere l'impossibile, ma non l'improbabile.»
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«Le persone che si lamentano sono bravi, umani seccatori: non ho nulla contro di loro. Ma le persone che si lamentano di non lamentarsi sono diaboliche.»
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«La sua testa acquistava sempre il massimo valore quando egli la perdeva: in quei momenti sommava due più due e otteneva quattro milioni. Spesso la Chiesa Cattolica (che è sposata al buonsenso) non l'approvava, spesso egli stesso non si approvava. Ma era una vera ispirazione, importante in rare crisi... quando chi perde la testa la salva.»
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«La qualità di un miracolo è misteriosa, ma il suo accadimento è semplice. [...] È semplice perché è un miracolo. È potenza che viene direttamente da Dio (o dal diavolo) invece che indirettamente, attraverso la natura e la volontà umana.»
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«I veri mistici non nascondono i misteri, li rivelano. Pongono una cosa nella piena luce del giorno e, quando l'avete vista, essa è ancora un mistero. Ma i mistagoghi nascondono una cosa nell'oscurità e nel segreto e, quando la scoprite, è un'insulsaggine.»
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«Ho rubato per vent'anni [...] Tutto il disdegno, i freddi sguardi delle persone rispettabili, che si domandavano come si potesse cadere così in basso, mi facevano soltanto ridere. Solo il mio amico mi disse che sapeva benissimo perché rubavo: e da allora non ho più rubato.»
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«Le strade sono piene del rumore dei taxi e delle automobili, dovuto non all'attività, ma al riposo umano. Ci sarebbe meno trambusto se ci fosse più attività: se la gente semplicemente andasse a piedi. Il nostro mondo sarebbe più silenzioso se fosse più energico.»
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«E' consuetudine lamentarsi del trambusto e del dinamismo della nostra epoca; ma in verità la caratteristica principale di quest'epoca è la sua profonda pigrizia e stanchezza, ed è precisamente questa effettiva pigrizia la causa dell'apparente trambusto.»
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