«I boss nei loro memoriali di denuncia con scherno supremo scrivono di me "noto romanziere", cioè "noto contaballe", magari anche un po' omosessuale, offesa massima per i camorristi.»
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«Con Gomorra non pretendevo tanto di avere successo quanto di cambiare le cose, svegliare la gente, costringerla a vedere l'orrida realtà neppure tanto nascosta.»
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«Il governo di Stoccolma mi aveva offerto di trasferirmi in Svezia. Non sono andato perché cosa ci fa lassù uno abituato a vivere nei quartieri spagnoli di Napoli, in vicolo Sant'Anna a Palazzo, per la precisione, strada di cui ho grande nostalgia, dove ha vissuto Eleonora Fonseca Pimentel ed è nato Domenico Rea? Ma devo ammettere che non sono andato anche per quella mia ambizione da peccato mortale, e cioè la voglia di non dargliela vinta ai miei nemici.»
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«Quanto alla stima e all'amicizia dei grandi scrittori stranieri, probabilmente sono vivo grazie a loro perché se all'estero non avessero seguito con passione e partecipazione il mio caso, temo proprio che non avrei avuto attenzione e protezione dal mio Paese.»
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«Vado in tv quando arrivano nuove minacce perché la visibilità, la notorietà sono una forma di tutela.»
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