«[Giovanni di Dio] Un riformatore poiché non mise che un solo malato per ciascun letto; egli fu il primo che pensò a dividere i malati in categorie; fu insomma il creatore dell'ospedale moderno; fu il primo a fondare il Workhouse aprendo nel suo ospizio una casa, dove i poveri senza tetto e i viaggiatori senza denari potevano dormire.»
| VOTI: 1 |
«Ricordo che con Ronaldo facevamo le cinque o le sei del mattino. Io il giorno dopo però mi allenavo lo stesso, mentre lui dormiva sul lettino dopo aver mangiato cappuccino e brioche. La sera seguente poi era di nuovo sotto casa mia e si attaccava al clacson fin quando non mi vedeva uscire.»
| VOTI: 1 |
«Da Berlusconi un tipico discorso da vero e proprio ducetto: vuole azzerare la Costituzione e diventare il padre padrone della sua nuova azienda Italia. Propone la riforma dei regolamenti parlamentari al solo fine di eliminare definitivamente quel che lui considera un inutile ingombro, ossia l'opposizione; pretende che vengano dati maggiori poteri al premier, cioè a lui, così avrà mano libera su quello che lui percepisce come una zavorra: la democrazia. Dopo il controllo dell'informazione, l'attacco all'indipendenza della magistratura, l'indebolimento del sindacato, ecco il potere assoluto, ultimo tassello per il compimento del piano di rinascita democratica della P2, di cui Berlusconi è un noto affiliato.»
| VOTI: 1 |
«Senta Corona [Fabrizio], se lei è innocente, io sono femmina!»
| VOTI: 1 |
«Berlusconi non può far molto, a parte calunniare e mentire, contro chi agisce secondo le regole. Non mi querela perché quando dico qualcosa contro di lui ho sempre le prove. Spero mi quereli per diffamazione. Ma non lo farà.»
| VOTI: 1 |
«Mi piace Verga, ma non sono fatalista come lui, non mi riconosco nel suo predire un destino negativo. Ma credo molto nell'ideale dell'ostrica che vivono i suoi personaggi. Allontanarsi per gli abitanti significava perdere la forza. È la verità.»
| VOTI: 1 |
«Stimo molto Elisa e la ascolto con piacere. Ha una voce fantastica ed è un personaggio pervaso di arte, una che quando fa le cose quasi non se ne accorge.»
| VOTI: 1 |
«Noi oggi vediamo tanti uomini che hanno responsabilità mondiali, mancare assai spesso ai loro impegni. Papa Giovanni Paolo II ha fatto impallidire l'immagine di questi uomini.»
| VOTI: 1 |
«Questo eroe contemporaneo che è l'uomo conosce la vittoria e la sconfitta. Giovanni Paolo II ha vinto sul comunismo. È stato sconfitto dal proliferare delle guerre. Ciò però non lo ha smosso di un millimetro su quella che era la sua opinione. E la sua sconfitta, in questo caso specifico, è stata la sconfitta di moltissimi uomini nel mondo.»
| VOTI: 3 |
«Giovanni Paolo II ha accelerato [...] il corso della storia. E del comunismo, che resta un fenomeno storico senza precedenti, è stato veramente un degno e fiero avversario. Un avversario vittorioso.»
| VOTI: 1 |
«Giovanni Paolo II è stato un uomo che ha capito l'importanza dei media. Su questa strada ha potuto rendere palese a tutto il mondo quello che faceva per il mondo. E sempre su questa strada non ha reso palese la sua politica di mantenimento dello status quo. Ha detto delle cose. Ma non ha insistito: come se volesse ribadirle una volta sola. I cattolici osservanti lui non aveva da convincerli sull'ortodossia, semmai aveva da convincere i non cattolici e gli stessi cattolici su altre questioni che gli stavano a cuore.»
| VOTI: 1 |
«Giovanni Paolo II, il Papa Uomo. E posso dirlo soprattutto degli ultimi tempi, quando non ha esitato a mostrare la decadenza fisica, la malattia che lo colpiva dando coraggio a tutti i malati i sofferenti, dandoci il coraggio per il passo ultimo. Non ha voluto che la sua decadenza fisica fosse circonfusa di mistero. Mi tornava in mente una frase di Merleau-Ponty che diceva: l'eroe dei contemporanei è l'uomo. L'uomo che sa che può vincere o perdere, che sa che il suo destino, in terra, è segnato. Il destino dell'uomo è la malattia e la morte. E questo Papa questo ci ha mostrato.»
| VOTI: 1 |
«Giovanni Paolo II è stato il Papa veramente di tutti. E per esserlo non si è mai risparmiato fisicamente. Basta vedere la quantità enorme di viaggi che ha compiuto. Voleva conoscere in prima persona la gente, i luoghi, i problemi della gente e i problemi del mondo.»
| VOTI: 1 |
«Giovanni Paolo II è stato, fra i tanti pontefici che io ho visto avendo ottant'anni, quello che più concretamente si è dato da fare per il mondo, per gli uomini. Certo che ha sempre tenuto alta la sua bandiera di cristiano, però non ha mai selezionato fra le varie fedi chi potevano essere i preferiti o meno.»
| VOTI: 1 |
«Berlusconi è un Don Chisciotte che riesce a convincere gli altri che non sta combattendo contro i mulini a vento. Ha un po' troppe ossessioni: il comunismo, la magistratura... Ristabilire alcune verità, ed avere un maggior equilibrio nell'analisi delle vicende, farebbe bene a tutti.»
| VOTI: 1 |
«Con Gianfranco Fini potrei dialogare, usare lo stesso linguaggio, pur da posizioni diametralmente opposte. Perché quello di Fini è un linguaggio che ha un substrato cultural-politico, seppur diverso dal mio. Con Berlusconi invece non puoi ragionare in termini politici, perché ha un linguaggio aziendale. A volte irresponsabile. Pronto a menar fendenti a destra e a manca. A definire chi non pensa come lui un comunista, a delegittimare gli avversari.»
| VOTI: 1 |
«Le ragioni del successo di Montalbano in tv, non le conosco. Quel che so, è che il programma è fatto molto bene. Vi è una cura minuziosa dell'insieme e dei dettagli. Una cura che va dalla ottima sceneggiatura alla sapiente regia, agli interpreti tutti. Zingaretti in testa, bravissimi. L'ambientazione è straordinaria, si tratta di un prodotto di qualità ed il pubblico lo gradisce.»
| VOTI: 1 |
«Il commissario Montalbano, dopo aver superato i cinquanta anni, compie un bilancio della propria vita ma ha paura di guardare la sua vera immagine, di scavare nei meandri della sua psiche, così come tutti gli uomini. Perché in fondo ognuno di noi preferisce restare all'immagine ufficiale che di sé ha dato, la quale non crea turbamenti, inquietudini.»
| VOTI: 1 |
«Qualche anno dopo aver finito gli studi, mi capitò inopinatamente fra le mani una copia de "La colonna infame". La lessi, ne rimasi incuriosito, colpito, addirittura turbato. Avvenne in me un risveglio di attenzione. Ma era possibile che quel baciapile di Manzoni avesse scritto quell'opera così profonda, che scandagliava l'animo umano nei suoi meandri più nascosti, che rappresentava la drammaticità e le contraddizioni dell'esistenza, con acutezza e sguardo critico?»
| VOTI: 1 |
«Ho iniziato a considerare il Manzoni come un autore contemporaneo, dopo la lettura de "La colonna infame", quello scritto me ne ha fatto cogliere la grandezza, ma questo è avvenuto in età adulta. Da ragazzo, non lo nascondo, non sopportavo l'autore de "I promessi sposi". La lettura che ci veniva propinata a scuola lo rendeva odioso, noioso. Il Manzoni appariva come un baciapile, la critica letteraria ne ha costruito per decenni e decenni una immagine stereotipata, agiografica, rasserenante e pedagogica. Insomma, Manzoni veniva presentato come un secchione. Uno che in vita sua non ha mai sorriso. A quel punto persino Leopardi, che se ne stava ad osservare la luna, mi era più simpatico. La colpa non era del Manzoni, ma della lettura penitenziale e penitenziaria, che ne veniva fatta.»
| VOTI: 1 |