«Se Bin Laden verrà catturato, vi è il timore che altri prendano il suo posto, come per diritto ereditario. Perché rimane il substrato, rimangono le condizioni che permettono al terrorismo di attecchire.»
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«La critica letteraria, o parte di essa, predilige le classificazioni schematiche, dentro le quali si addormenta. Allora Camilleri è stato classificato come scrittore di gialli. Tutto deve rientrare in questo schemino.»
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«[Leonardo Sciascia] Lui non si laureò mai. Riuscì ad avere un diploma per insegnare alla scuola elementare: riteneva che per un bambino, in Sicilia quegli anni fossero importantissimi e formativi, tanto da diventare una sorta di assoluto. A meno di non essere un altissimo maestro di filosofia non equivarrai mai all'importanza che ha per un bambino. Quando l'Università di Messina voleva conferirgli la laurea honoris causa, Sciascia rispose "...perché? Già maestro sugnu", e questo sottolinea l'importanza delle scuole "vascie", basse, le scuole elementari.»
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«Montalbano dice di amare quel che resta della Sicilia ancora selvaggia: avara di verde, con le casuzze a dado poste su sbalanchi in equilibrio improbabile, e questo piace anche a me ma credo che sia piuttosto un gioco della memoria.»
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«Montalbano è meteoropatico, come molti siciliani. Le stagioni oggi hanno perso la strada, una volta erano gente d'onore, si presentavano in modo appropriato. Non c'erano inverni caldi, ma moderati.»
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«Vivevamo al massimo. Elaine Irwin usciva con John Mellencamp, Helena con Michael Hutchinson, Stephanie con Axl Rose: eravamo rockstar anche noi, potevamo avere tutto ciò che desideravamo.»
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«A una sfilata di Chanel c'eravamo io, Cindy Crawford, Claudia Schiffer, Stephanie Seymour, Helena Christensen. Ci pagavano cifre assurde e ricordo che pensai: meglio di così non potrà mai andare.»
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«La cosa che divertiva Gianni Boncompagni è che io in video sembravo così cinica, così pronta, e poi magari mi beccava in lacrime perché mi avevano sequestrato il motorino e non sapevo come dirlo a mia mamma. Ma io non ho mai ceduto al mischiare tutto, quando andavo via di lì la mia vita era un'altra cosa.»
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«Rudolf Nureyev è stato un grande ballerino e coreografo e anche una persona molto difficile. Poteva anche essere terribile non a caso più volte, in scena, è stato scorretto con chi danzava con lui. Per me ha avuto sempre un grande rispetto, in scena sentiva la mia collaborazione, mi ha sempre riconosciuto una forza.»
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«Quando Alicia Markova venne a ballare alla Scala avrà avuto 45 anni. Le altre ragazze la chiamavano la vecchietta. Per me era fantastica. Che nobiltà, che incanto di piedini.»
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«Io sono un dilettante rasoterra al confronto di Adriano Celentano. La parte più fantastica dei suoi contratti con la Rai non è la barca di miliardi che gli danno. Con uno starnuto di Celentano ci paghiamo un anno di "Porta a porta", ma che dire degli spot che gli fanno per sei mesi, dei dischi che promuovono?»
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«Una volta Giuliano Ferrara mi disse: "Io non parlo con una soubrette". Io gli dissi che semmai la soubrette era lui. Anche perché io, fino a prova contraria, a nove miliardi ho rinunciato. Lui mai.»
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«Silvio si è fatto da solo ed è spuntato dal nulla come le verruche.»
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«Capezzone, lei prima era il delfino di Pannella: ora è la triglia di Berlusconi!»
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«Gianni Agnelli aveva una grande capacità di giudicare perché era un profondo conoscitore del mondo del calcio e non parlava mai a caso.»
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«Con Carlo Verdone c'è un'intesa magica che ci consente di improvvisare; lui mi ha insegnato a creare personaggi che non siano macchiette ma veri, osservandoli e prendendoli dalla strada.»
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«Ho capito che devo dividere la mia vita: c'è un Gilardino fuori dal campo e uno che invece fa il calciatore.»
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«Un confronto tra Beethoven e i Beatles non è proponibile. Poi i Beatles sono un caso a parte. Prima che un fatto musicale furono un fenomeno sociale, nato in un momento in cui c'era bisogno di una rottura col passato, una domanda di novità nei comportamenti, negli atteggiamenti, nel modo di porsi, nel costume.»
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«[Riferito a Walter Benjamin] Era il genio assoluto di un'arte molto particolare, che un tempo si chiamava profezia, e adesso sarebbe più proprio definire come: l'arte di decifrare le mutazioni un attimo prima che avvengano.»
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«[Riferito a Walter Benjamin] Ecco: lui non cercava mai di capire cos'era il mondo, ma, sempre, cosa stava per diventare il mondo.»
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