«Dimentichi la sciarpa, persa nella sera, | sopra una strada scarna, a gola di chimera. | Dimentichi il profumo nel viso mio, | le laboriose veglie, le sfide nostre a dio. | Tengo queste ghirlande, per me e per te, | le campanelle suonano, e diffidi ancor di me.»
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«È riprovevole: sprecare il tempo | senza che questo si consumi. | E la stanca memoria, acerrima troia, | sbandata inquilina dell'anima mia, | lebbra e cura di pari passo ingoia: | mormora ch'io abbia perso la via. | Ma io ben ricordo gli spettri diurni, | l'ebrezza di una vita da periferia. | Ed ora diffidate del passo e dell'ora: | L'essere è nulla, ma voi siate ancora!»
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«Ormai gli occhi dei due erano proiezioni gli uni degli altri e come persiane le palpebre infine li ricoprirono interamente e ci fu il bacio: fugace manifestazione di puro amore, pura passione. Cupidigia di render la propria esistenza degna di essere!»
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«La cupidigia di potere porta solo alla morte... o all'immortalità, se è il potere ricercato è di natura nobile.»
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«Chi va in cerca di vette sconosciute, rischia più di quanto possa pensare. Una volta che ti cimenti nella ricerca dell'ignoto, devi assolutamente trovarlo, sennò esso ti rincorrerà ovunque nei sogni e nei pensieri. Poi s'impossesserà di te e tu muorirai della tua brama tremenda. E non potrai più tornare in alto, non avendone più le forze. Sarai massacrato dal peso del non sapere, del non conoscere, del non trovare.»
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«Corri con calma uomo, fai come il pilota di formula 1: rallenta e goditi la curva, perché poi t'aspetta il rettilineo della morte.»
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«L'uomo è il peggiore degli esseri, l'unico sciagurato che si chiede il perché delle cose. Perché quello è partito, perché quell'altro ha ucciso, perché esistiamo, perché esiste l'universo? Ve la dico a modo mio: non esiste nessun perché. La realtà è caos irrazionale.»
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«Sopravvivere a questo mondo è un successo, ma viverci, questo è il successo.»
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«Ciò che mi dà fastidio è questo, che il vero coincide con il comunemente pensato. Eppure la società è una grande menzogna, è l'individuo che crea la sua verità.»
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«La pioggia del destino mi piove addosso: io la percepisco, ma non la vedo. Ed è questo il brutto: ovunque vado, non riesco ad evitarla.»
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«Nella vita incontrerai sempre degli abissi spaventosi che ti creano vertigini e paura. Tuttavia in quei momenti ti basterà ricordare che l'abisso c'è sempre stato mentre salivi la parete della tua vita: intento nella scalata non te ne accorgevi. Il modo migliore per superare le sofferenze? Badare a scalare senza voltarsi a ricordarle!»
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«Ragazzi, mi son tradito per gran parte della mia esistenza: ho creduto che l'uomo potesse scegliere. Scegliere tra il bene o il male, tra il bello e il brutto, tra la ricchezza e la povertà. Invece no: l'uomo non può ancora.»
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«Il caso non è il destino, ma un suo perenne nemico; il caso è libero, il destino è più incatenato dell'uomo.»
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«Un'idea nobile è sempreverde: non cade per terra né in autunno né in inverno.»
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«Indossa una maschera diversa con ogni persona: per vivere felice devi cimentarti in un eterno carnevale.»
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«L'illusione è la soluzione alla nostra schiavitù; dacché saremo sempre schiavi della casualità, ma l'illusione d'esser liberi spezzerà almeno il peso delle nostre catene.»
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«La vita è argento vivo: più ti ci aggrappi, più la ami, più ti fugge, più ti avvelena.»
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«Ammettiamo l'assurdità che Dio esista effettivamente; è evidente che non risponda mai alle chiamate.»
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«Il paradiso come lo descrivono i grandi religiosi è fin troppo noioso per me: continuerò a negarne l'esistenza, l'inferno è molto più caldo ed accogliente per una mente che vuole bruciare pensieri nuovi.»
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«Un saggio mi disse questo: "Anche io son stato avvicinato da dio, ma gli ho dato il due di picche". | Poi viaggiai il mondo per osservarlo meglio, ma uomo e donna si lanciavano due di picche a vicenda, pregando dio per il perdono. Ora vi dico: "giocate bene le vostre carte!"»
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