«"Allora, cara" dice Brandy. "Cosa è successo al tuo viso?" Gli uccelli. Scrivo: uccelli. Gli uccelli hanno mangiato il mio viso. E comincio a ridere. Brandy non ride. Brandy dice: «Cosa significa?». E sto ancora ridendo. ero in macchina sull' autostrada, scrivo. E sto ancora ridendo. qualcuno ha sparato una pallottola calibro 30 con un fucile. Il proiettile mi ha strappato l'intera mascella dalla faccia. Ancora ridendo. Sono venuta all' ospedale, scrivo. Non sono morta. Ridendo. Non hanno potuto riattaccarmi la mascella perché i gabbiani l'avevano mangiata. E smetto di ridere. "Cara, la tua calligrafia è terribile" dice Brandy.»
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«L'assassino, la vittima, il testimone, ciascuno di noi pensa che il proprio ruolo sia quello del protagonista.»
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«Forse c'era una vena di pazzia nella famiglia e aspettarono che avessi vent'anni per lasciarmelo sospettare.»
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«Il mio scopo, che credo condiviso dalla maggior parte degli scrittori, è di intrattenere piacevolmente il lettore veicolando in modo indiretto dei messaggi che nella loro nuda verità risulterebbero sgradevoli.»
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«Scrissi un romanzo su un giovane, ricco, alienato yuppie di Wall Street di nome Patrick Bateman, che tra l'altro era anche un serial killer pervaso da una smisurata apatia all'apice dei reaganiani anni Ottanta. Il romanzo era pornografico ed estremamente violento, al punto che il mio editore Simon & Schuster si rifiutò di pubblicarlo adducendo ragioni di buon gusto e accollandosi la perdita di un anticipo a sei zeri.»
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«Sfortunatamente non si comprende come i libri scientifici più validi siano quelli in cui l'autore indica chiaramente cosa non sa; un autore fa infatti maggiormente del male ai suoi lettori quando nasconde le difficoltà.»
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«Molti giornalisti ci hanno pesantemente attaccato dicendo che i testi delle nostre canzoni sono letteralmente pessimi. Loro tendono a dimenticare che la maggior parte di coloro che acquistano dischi e che si interessano di musica non vantano tutti lauree in letteratura, e non leggono nemmeno molti libri. E così noi che scriviamo musica. È possibile che alcuni dei miei testi siano banali, perché io non sono nulla di speciale nel comporre.»
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«L'ordine non è una pressione imposta alla società dal di fuori, ma un equilibrio instaurato dal di dentro.»
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«I villaggi ebraici sono stati costruiti al posto dei villaggi arabi. Voi non li conoscete neanche i nomi di questi villaggi arabi, e io non vi biasimo perché i libri di geografia non esistono più. Non soltanto non esistono i libri, ma neanche i villaggi arabi non ci sono più. Nahlal è sorto al posto di Mahlul, il kibbutz di Gvat al posto di Jibta; il kibbutz Sarid al posto di Huneifis; e Kefar Yehushua al posto di Tal al-Shuman. Non c'è un solo posto costruito in questo paese che non avesse prima una popolazione araba.»
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«I miei libri piacciono perché mi metto dalla parte del lettore, che vuole fatti raccontati da uno che non ha l'aria di insegnare.»
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«Era particolarmente convenevole, che ad un Veneto Patricio fosse questo dramma dedicato, imperciocché non potendo la storia ond'è ricavata l'azione, che non sia come tanti sono oggidì, di sua Nazione inimico, facendogli sovvenire, discacciati gli ultimi Italiani Re, ricadde la misera Italia per non più liberarsene, sotto il giogo straniero, a tale deplorabilissima sciagura solo dà qualche compenso l'inclita Veneta Repubblica, in cui dal suo nascimento fino ai nostri giorni l'Italiana libertà ci conserva, e voglia Iddio sino al finire de' secoli conservarla.»
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«So grosso modo, come sono diventato scrittore. Non so esattamente perché. Avevo davvero bisogno, per esistere, di allineare parole e frasi? Mi bastava, per essere, essere l'autore di alcuni libri?»
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«I libri si offendono quando vengono dati in prestito, per questo spesso non ritornano.»
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«L'uomo con i libri sottobraccio uscì di casa e il mondo non c'era. Guardò meglio e vide che c'era ancora, ma una fitta nebbia lo nascondeva, forse per salvarlo da qualche pericolo. Era il solito mondo e l'uomo ne vide alcuni dettagli ai suoi piedi: una crepa sul marciapiede, un brandello di aiuola, una foglia morta per i poeti, palminervia per i botanici, caduta per gli spazzini. Poi gli apparvero il tronco di un albero, lo scheletro di una bicicletta senza ruote e una luce gialla al di là della strada. Lì si diresse.»
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«Ho scoperto per quale motivo Stanley Kubrick mi volesse in "Eyes Wide Shut". Mi aveva visto ne La tregua di Francesco Rosi, ed essendo un appassionato delle opere di Primo Levi, aveva deciso di incontrarmi per offrirmi un ruolo che doveva apparire all'inizio, al centro e alla fine del plot. Kubrick conosceva alcuni libri di Primo Levi a memoria.»
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«Le mie relazioni sentimentali sono complicate. La mia popolarità rischia di scatenare antagonismo all'interno della coppia. Perciò, per far funzionare il rapporto, a volte accentuo i lati femminili del mio carattere. Voglio allontanare dalla testa dell'uomo che mi interessa di essere forte e indipendente. Per compiacerlo mi accuccio, cerco di trasformarmi in una perfetta geisha. Eccomi, gli dico, sono proprio come mi desideri. Ma poi va sempre a finire che mi pento. In un rapporto infatti ci deve essere equilibrio: se sono la sola a crearlo, a mettere pesi e contrappesi per farlo funzionare, cercando di essere più femminile, più fragile, più accomodante, l'equilibrio diventa precario. Se poi l'altro se ne approfitta e mi prevarica, la fine è inevitabile: divento una furia e spacco tutto.»
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«Chiudi gli occhi per sentir le mie paure. No, non tremo certo per le tue parole, Ma c'è tanto freddo nel mio cuore. (da Le parole che non ti ho detto)»
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«Hai ascoltato mai le parole che non ti ho detto, quando eri tu il mio sogno nel cassetto? (da Le parole che non ti ho detto)»
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«Pubblicare buoni libri non ha mai reso spaventosamente ricco nessuno. O, per lo meno, non in misura comparabile a ciò che può accadere fornendo al mercato acqua minerale o computer o borse di plastica.»
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«Una buona casa editrice sarebbe quella che si suppone pubblichi, per quanto possibile, solo buoni libri. Per usare una definizione sbrigativa, libri di cui l'editore tende a essere fiero, piuttosto che vergognarsene.»
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