«Farei politica solo se facessimo un partito nuovo io, Lorenzo Cherubini e Valentino Rossi.»
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«La colpa più grave di Berlusconi è quella di non avere migliorato in nulla il paese pur dominandone la politica da 15 anni, ma non credo che con lui scompariranno anche l'egoismo e l'individualismo.»
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«Gli italiani stanno iniziando a capire Berlusconi, ma non l'hanno ancora capito completamente. La questione è più complessa. Anche la vicenda del regime mediatico non l'hanno ancora compresa a fondo. Il punto è [...] che il bicchiere è mezzo pieno, e debbono berlo tutto questo amaro calice. Solo allora capiranno completamente, ed il vaccino potrà funzionare.»
| VOTI: 1 |
«Berlusconi è l'antipolitica, anzi metaforicamente potrei dire che è l'antimateria, ovvero la sua è una politica virtuale, non si occupa dei problemi della gente, quelli reali. Tranne i suoi, ovviamente. Per risolvere i suoi problemi, ha una intera maggioranza che vota in maniera compatta.»
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«Siamo in un regime mediatico in Italia. Se non fosse così, oggi Enzo Biagi avrebbe la sua trasmissione. Così come Michele Santoro avrebbe la sua. Luttazzi lavorerebbe in tv. Così come lavorerebbero in tv la Guzzanti, Paolo Rossi e tanti altri, che evidentemente hanno creato con il loro spirito libero problemi al potere. Ma qualcuno dalla Bulgaria ha detto che Biagi, Santoro, Luttazzi, non debbono lavorare, e così è. Il diktat è stato rispettato. Queste per me sono limitazioni della democrazia. E c'è talmente fumo negli occhi che ti viene da soffocare.»
| VOTI: 1 |
«Giovanni Paolo II è stato un uomo che ha capito l'importanza dei media. Su questa strada ha potuto rendere palese a tutto il mondo quello che faceva per il mondo. E sempre su questa strada non ha reso palese la sua politica di mantenimento dello status quo. Ha detto delle cose. Ma non ha insistito: come se volesse ribadirle una volta sola. I cattolici osservanti lui non aveva da convincerli sull'ortodossia, semmai aveva da convincere i non cattolici e gli stessi cattolici su altre questioni che gli stavano a cuore.»
| VOTI: 1 |
«Quando si dice che i giudici sono antropologicamente matti, diversi. Berlusconi dice una cosa vera. Perché bisogna essere matti come Falcone, Borsellino, Livatino, Chinnici e tanti altri eroi civili, per sacrificare la propria vita in nome della legalità. In questo i giudici sono diversi, per combattere la mafia hanno il coraggio di rischiare la vita. Spero che mi facciano giudice ad honorem, per condividere ed onorare questa diversità dei giudici.»
| VOTI: 2 |
«Berlusconi è un Don Chisciotte che riesce a convincere gli altri che non sta combattendo contro i mulini a vento. Ha un po' troppe ossessioni: il comunismo, la magistratura... Ristabilire alcune verità, ed avere un maggior equilibrio nell'analisi delle vicende, farebbe bene a tutti.»
| VOTI: 1 |
«Con Gianfranco Fini potrei dialogare, usare lo stesso linguaggio, pur da posizioni diametralmente opposte. Perché quello di Fini è un linguaggio che ha un substrato cultural-politico, seppur diverso dal mio. Con Berlusconi invece non puoi ragionare in termini politici, perché ha un linguaggio aziendale. A volte irresponsabile. Pronto a menar fendenti a destra e a manca. A definire chi non pensa come lui un comunista, a delegittimare gli avversari.»
| VOTI: 1 |
«Se viene una critica da sinistra, molti buoni giornalisti ti dicono: questo non si dice, i toni sono troppo alti. Se le critiche vengono dall'altra parte, si tratta di normale dibattito politico, di espressioni colorite.»
| VOTI: 1 |
«La rivoluzione la intendo come una forza propulsiva, come il convergere di alcune situazioni storiche che determinano l'esplosione di tutte le valvole di sicurezza. La rivoluzione è un avvenimento che cambia il mondo.»
| VOTI: 1 |
«La lettura dei processi storici, priva di un supporto interpretativo, è inconsistente. La storia senza una chiave di lettura sarebbe una successione incomprensibile dei fatti. Ritengo che l'importanza della lettura marxista della storia sia essenziale per spiegare la struttura e la dinamica delle classi sociali.»
| VOTI: 1 |
«Le etichette politiche - come monarchico, comunista, democratico, populista, fascista, liberale, conservatore, e così via - non sono mai criteri fondamentali. La razza umana si divide politicamente in coloro che vogliono controllare la gente e in coloro che non hanno tale desiderio. I primi sono idealisti che agiscono spinti dai migliori motivi, per il massimo bene del più gran numero di persone. I secondi sono tipi acidi, sospettosi e privi di altruismo. Ma sono vicini molto meno scomodi di quelli dell'altra categoria.»
| VOTI: 1 |
«Non sono nemmeno contrario a "cacciare via i cattivi"; di solito è la regola più sicura della politica. Ma prima di correre il rischio di cacciarli via bisogna sempre considerare quali saranno i nuovi "cattivi" che entreranno al posto di quelli vecchi.»
| VOTI: 1 |
«L'esito del nostro congresso peserà sull'intera politica italiana: se consolidiamo il Pd, reggerà anche il Pdl dopo Berlusconi; se il Pd si scomponesse, anche il Pdl scomparirebbe e tutto ricomincerebbe da capo.»
| VOTI: 1 |
«In questi anni di transizione dal '94 a oggi, con tutti gli scontri e i limiti che abbiamo visto, due cose sono state condivise dai due campi: la nascita di uno schema bipolare, centrodestra e centrosinistra che si alternano al governo; e la nascita del Pd prima e del Pdl poi. Si è passati da un bipolarismo fondato su coalizioni eterogenee, frammentate, litigiose, a un bipolarismo più europeo, con due grandi partiti alternativi e alcune forze intermedie. Ma non dobbiamo credere che questo sistema sia acquisito per sempre, come se fosse consolidato da decenni. Dobbiamo pensare che questo sistema vada salvaguardato; perché non riguarda solo la politica, ma anche le istituzioni, l'economia, la competitività, l'aggancio all'Europa.»
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«Dal congresso del Pd e dal suo esito non passa soltanto il futuro del partito, che pure è una cosa importante. Passa anche il futuro assetto della politica italiana dopo Berlusconi; e quindi la questione riguarda tutti. Sento il dovere di pensare cosa succederà dopo la chiusura di un'epoca, che può essere o fisiologica, con la fine della legislatura, o traumatica. Abbiamo il dovere di pensare che dopo Berlusconi non venga azzerato l'orologio e non si ricominci tutto da capo; come se il bipolarismo e l'alternanza di governo non fossero una conquista di tutti, che ha reso più moderno e più semplice il paese, ma fossero legati solo all'esistenza di Berlusconi come leader o come avversario. Il che sarebbe un dramma.»
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«La Rai mi ha dato molto, è stata una vera madre. Ma è troppo legata alla politica. Io sono legata al prodotto. Non ho una mentalità italiana. Se hai risultati buoni, ti premio. Sennò ti mando a casa. La politica non fa così.»
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«Certe ragazze ormai pensano che sia facile prendere il posto di Sabrina Ferilli nel cine-panettone così come andare in Parlamento. La politica è una cosa seria. E anche lavorare in televisione richiede impegno serietà e professionalità, che si matura soltanto con la gavetta.»
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«L'esperienza politica è stata senz'altro positiva, ma non la rifarei più. Avrei dovuto prendere molte responsabilità e rinunciare alla mia libertà per affermare le mie idee e accettare quelle degli altri.»
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