«Ora interpreto Cleopatra: una donna passionale, opportunista, vanitosa. Capace di tenere testa agli uomini più potenti della sua epoca. Avrebbe fatto impazzire i giornali di gossip.»
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«I gay che in pubblico fanno finta di essere dei machi meritano di essere presi in giro.»
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«Gli uomini che hanno il potere mi fanno ribrezzo. Hanno venduto l'anima: si vede. Quando mi innamoro, l'anima del mio uomo la voglio per me: quale amore posso costruire con una persona che non ce l'ha più?»
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«Auelli che veramente non sopporto sono gli uomini "diva". Non ne vorrei mai uno al mio fianco. Non scendono mai dal palcoscenico, vogliono sempre essere al centro dell'attenzione. Non li sopporto.»
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«Spiace essere giudicato per concorrenza sleale perché per me è come essere considerato un ladro, un uomo squalificato, e mi rimane appiccicata una cosa terribile.»
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«Un uomo si siede sul water: "Eccomi interconnesso con l'internet fognario mondiale".»
| VOTI: 1 |
«L'italiano è un popolo straordinario. Mi piacerebbe tanto che fosse un popolo normale.»
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«Credo ci sia una sola forma di grandezza per l'uomo. Se un uomo può colmare il vuoto tra la vita e la morte. Voglio dire, se riesce a vivere anche dopo che è morto, allora forse quello era un grand'uomo. Per me l'unico successo, l'unica grandezza, è l'immortalità.»
| VOTI: 1 |
«Essere un buon attore non è facile. Essere un uomo è ancora più difficile. Voglio essere entrambi prima di morire.»
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«Colui che è stato educato al pessimismo e ne è divenuto il discepolo, e per giunta, in qualità di epigono, intende trasportarlo nel proprio tempo, vede in esso un tema classico, un tema eterno. Sa bene quello che il pessimismo esige e quello che si esige da esso. Egli è il pessimista della verità, se così si può chiamare costui. Il pessimismo onora la verità: questa la tesi generale. Questo pessimista ha seguito il retto cammino dell'onore. Egli ha onorato la verità. Questo è il pessimismo che vogliamo con tutte le nostre forze, egli dice: percorrere il cammino che percorre ogni uomo che si sia accostato alla verità sino al suo nucleo più crudele, là dove essa non è più con lui. Perché la verità è il tutto contro la parte, il tutto contro di te.»
| VOTI: 1 |
«Ci siamo battuti per un giorno e una notte. Una goccia in più chiedevamo noi, un po' di pietà per gli uomini. Ma gli altri angeli erano più numerosi, e fummo scacciati. E ci chiamarono ribelli, qualcuno anche diavoli. Ma a loro, i vincitori, è riservato poco, accogliere preghiere. Noi invece viviamo meravigliosamente in mezzo agli uomini, soffrendo con loro. E non farmi domande su Dio.»
| VOTI: 1 |
«[Sulla libertà conquistata con la rivoluzione francese] Questo è più di una grande vittoria in battaglia, più di tutte le spade, dei cannoni e di tutti i reggimenti di cavalleria d'Europa. È un'ispirazione per il sogno comune a tutti gli uomini di qualsiasi paese. Una fame di libertà che non potrà più essere ignorata. Le nostre vite non sono state sprecate al suo servizio.»
| VOTI: 1 |
«Noi abbiamo spezzato la tirannia del privilegio, abbiamo posto fine ad antiche ingiustizie, cancellato titoli e poteri ai quali nessun uomo aveva diritto, abbiamo posto fine alle assegnazioni per censo e per nascita delle più alte, prestigiose e ambite cariche dello Stato, della Chiesa, dell'Esercito e in ogni singolo distretto tributario di questo nostro grande corpo politico: lo Stato di Francia.»
| VOTI: 1 |
«Non ci sarebbe stata alcuna Rivoluzione senza di me, non ci sarebbe la Repubblica senza di me. So che siamo condannati a morte, conosco questo tribunale, sono stato io a crearlo e chiedo perdono a Dio ed agli uomini. Non era nelle intenzioni che divenisse un flagello per il genere umano, bensì un appello, un'ultima disperata risorsa per uomini disperati e gonfi di rabbia. Non sarà necessario trascinarmi a forza sul patibolo. Se io ora difendo me stesso è per difendere quello cui aspiravamo e, più ancora, che abbiamo conseguito e non per salvare la mia vita.»
| VOTI: 1 |
«Abbiamo dichiarato che su questa terra il più umile tra gli uomini è uguale al più illustre.»
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«Il campione dei massimi che più mi ha impressionato è stato Foreman. Due o tre volte ho chiuso gli occhi al folgorante pendolo del suo uppercut smisurato. A ricevere quei colpi spaventosi era Frazier, che pure avevo visto ammaccare Muhammad Alì. Mio dio, che tremende balistae risultavano i suoi montanti! Poi, misteri della boxe e della negritudine ribelle, Foreman incontrò Alì a Kinshasa, in una notte greve e torbida. Alì aveva dalla sua gli dei della foresta e della savana. Non ho molto capito quell'incontro. Di Foreman non ho veduto un uppercut che è uno. Pareva che l'avessero stregato, che un filtro misterioso ne avesse improvvisamente ottenebrato le facoltà mentali. La negritudine fu soddisfatta a quel modo. Quando nello sport entrano di soppiatto questi veleni ideologici, non si può più seriamente parlare di tecnica: un uomo sensato pensa subito che qualcuno rida di lui a crepapelle, se appena esprime un giudizio che contrasta con la impoetica realtà delle combines e delle torte.»
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«Siamo tutti persuasi di abitare l'età della tecnica, di cui godiamo i benefici in termini di beni e spazi di libertà. Siamo più liberi degli uomini primitivi perché abbiamo più campi di gioco in cui inserirci. Ogni rimpianto, ogni disaffezione al nostro tempo ha del patetico. Ma nell'assuefazione con cui utilizziamo strumenti e servizi che accorciano lo spazio, velocizzano il tempo, leniscono il dolore, vanificano le norme su cui sono state scalpellate tutte le morali, rischiamo di non chiederci se il nostro modo di essere uomini, non è troppo antico per abitare l'età della tecnica che non noi, ma l'astrazione della nostra mente ha creato, obbligandoci, con un'obbligazione più forte di quella sancita da tutte le morali che nella storia sono state scritte, a entrarvi e a prendervi parte.»
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«Rispetto alle epoche che ci hanno preceduto, nell'età della tecnica l'amore ha cambiato radicalmente forma. Da un lato è diventato l'unico spazio in cui l'individuo può esprimere davvero se stesso, al di fuori dei ruoli che è costretto ad assumere in una società tecnicamente organizzata, dall'altro questo spazio, essendo l'unico in cui l'io può dispiegare se stesso e giocarsi la sua libertà fuori da qualsiasi regola e ordinamento precostituito, è diventato il luogo della radicalizzazione dell'individualismo, dove uomini e donne cercano nel tu il proprio io, e nella relazione non tanto il rapporto dell'altro, quanto la possibilità di realizzare il proprio sé profondo, che non trova più espressione in una società tecnicamente organizzata, che declina l'identità di ciascuno di noi nella sua idoneità e funzionalità al sistema di appartenenza.»
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