«Piacerebbe a tutti poter fare della propria passione il proprio lavoro. E' una cosa che cambia la vita, se ti va bene, se hai successo. Allora sei contento di aver fatto quella scelta.»
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«Ho deciso di usare uno pseudonimo per il rispetto che dovevo a mio padre. Lui era un uomo che per tutta la vita ha fatto delle cose molto importanti, era bravissimo, e usare il nome Bonelli poteva creare confusione: non volevo che lui, che da trent'anni aveva lasciato una traccia nell'editoria a fumetti, venisse scambiato per me, che invece stavo cominciando. Mi è sembrata la cosa più giusta da fare, e continuo a pensare che sia stato giusto così.»
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«Abbiamo fatto tante cose, ma tutte rappresentano dei tentativi per capire qual è la direzione nella quale muoversi, e l'unico modo è quello di rischiare, e rischiare vuol dire anche andare incontro a delle delusioni, a dei fiaschi. L'importante è che non siano degli insuccessi che ti rovinano, ma in questo siamo sempre stati molto cauti: non siamo gente che rischia più di tanto, ma certi rischi di argomento ce li siamo presi. Questi tentativi spesso si sono ridimensionati a modesti successi, che campano. Altri invece sono stati dei tonfi più pesanti, che però vengono sostenuti perchè hanno la loro logica in un contesto generale - dove se un giornale va male l'altro va bene e si compensano - e tu tieni vivo un mondo di persone che lavorano.»
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«Mio papà mi ha mandato a lavorare a Milano. Appena arrivato a Milano... sono passato dall'Hollywood... Oh fratelli spettacolo! Non sono ancora uscito, eh eh eh... sono cinque anni che vivo lì.»
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«Non bisogna mai tornare nei posti dove si è stati bene. Confesso, mi fa paura perchè, a differenza che nel cinema, nella vita non esiste il replay.»
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«Ci sono giorni nella vita in cui non succede niente, giorni che passano senza nulla da ricordare, senza lasciare una traccia, quasi non fossero vissuti. A pensarci bene, i più sono giorni così, e solo quando il numero di quelli che ci restano si fa chiaramente più limitato, capita di chiedersi come sia stato possibile lasciarne passare, distrattamente, tantissimi. Ma siamo fatti così: solo dopo si apprezza il prima e solo quando qualcosa è nel passato ci si rende meglio conto di come sarebbe averlo nel presente. Ma non c'è più.»
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«Una strada c'è nella vita. La cosa buffa è che te ne accorgi solo quando è finita. Ti volti indietro e dici "oh, guarda, c'è un filo". Quando vivi non lo vedi il filo, eppure c'è. Perchè tutte le decisioni che prendi, tutte le scelte che fai sono determinate, si crede, dal libero arbitrio, ma anche questa è una balla. Sono determinate da qualcosa dentro di te che è innanzitutto il tuo istinto, e poi da qualcosa che gli indiani chiamano il karma accumulato fino ad allora.»
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«Ond'è che quand'anche voi aveste impiantato il partito comunista e organizzati i Soviet in Italia, se uscirete salvi dalla reazione che avrete provocata e se vorrete fare qualche cosa che sia veramente rivoluzionario, qualcosa che rimanga come elemento di società nuova, voi sarete forzati, a vostro dispetto â?? ma lo farete con convinsione, perchè siete onesti â?? a ripercorrere completamente la nostra via, la via dei social-traditori di una volta; e dovrete farlo perchè essa è la via del socialismo, che è il solo immortale, il solo nucleo vitale che rimane dopo queste nostre diatribe.»
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«La solitudine la conosco bene, in generale io vivo di quella, anche perchè se non facessi così starei male, come mi è capitato i primi tempi, durante i viaggi, ho imparato a farmela amica.»
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«Ho paura della paura; paura degli spasmi del mio spirito che delira, paura di questa orribile sensazione di incomprensibile terrore. Ho paura delle pareti, dei mobili, degli oggetti familiari che si animano di una specie di vita animale. Ho paura soprattutto del disordine del mio pensiero, della ragione che mi sfugge annebbiata, dispersa da un'angoscia misteriosa.»
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«Nella vita tutto consiste nel poter digerire bene. Così l'artista trova l'ispirazione, i giovanotti la voglia d'amare, i pensatori le idee luminose e tutti quanti la gioia di stare al mondo.»
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«Che gioia, figlio mio. Ho sessantasei anni e questo grande viaggio della mia vita è arrivato alla fine. Sono al capolinea. Ma ci sono senza alcuna tristezza, anzi, quasi con un po' di divertimento.»
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«Come spesso capita con le più belle avventure della vita, anche questo viaggio cominciò per caso.»
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«La mia vita è stata un giro di giostra, sono stato incredibilmente fortunato e sono cambiato tantissimo.»
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«L'altro giorno la Mamma mi ha chiesto «Se qualcuno telefonasse e ci dicesse d'aver scoperto una pillola che ti farebbe campare altri dieci anni, la prenderesti?» E io istintivamente ho risposto «No!» Perchè non la vorrei, perchè non vorrei vivere altri dieci anni. Per rifare tutto quello che ho già fatto? Sono stato nell'Himalaya, mi sono preparato a salpare per il grande oceano di pace e non vedo perchè ora dovrei rimettermi su una barchetta a pescare, a far la vela. Non mi interessa.»
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«Guarda la natura da questo prato, guardala bene e ascoltala. Là , il cuculo; negli alberi tanti uccellini â?? chi sa chi sono? â?? coi loro gridi e il loro pigolio, i grilli nell'erba, il vento che passa tra le foglie. Un grande concerto che vive di vita sua, completamente indifferente, distaccato da quel che mi succede, dalla morte che aspetto. Le formicole continuano a camminare, gli uccelli cantano al loro dio, il vento soffia.»
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«Se mi verrete a trovare, avrete la possibilità di imparare a vivere, con umiltè, con intensitè, e con tutte le parole che finiscono in è. Imparerete a guidare la Porsche a trecento all'ora sensa prendere la multa. Imparerete a tener lontano l'arroganza col profumo dell'umiltè della mia Zia Zamberla, che raccoglie le sue erbe piegata nei fossi, a vivere dando spettacolo, ma soprattutto, imparerete a diffidare di Cristian Panucci.»
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