«[Riferito a Walter Benjamin] Così si rassegnò a vivere in perenne indigenza economica. Lui diceva che ciò gli aveva quanto meno riservato un privilegio sottile: svegliarsi quando cavolo gli pareva, ogni mattina.»
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«Così, per questo libro, io avrei scelto quattro epigrafi. Giusto per segnare i bordi del campo da gioco. Ecco la prima: viene da un bellissimo libro uscito da poco in Italia. L'ha scritto Wolfgang Schivelbush ed è intitolato La cultura dei vinti. (Sono titoli a cui, essendo tifoso del Toro, non posso resistere). Ecco cosa dice a un certo punto: "Il timore di essere sopraffatti e distrutti da orde barbariche è vecchio come la storia della civiltà . Immagini di desertificazione, di giardini saccheggiati da nomadi e di palazzi in sfacelo nei quali pascolano le greggi sono ricorrenti nella letteratura della decadenza dall'antichità fino ai giorni nostri." Copiate e mettete da parte.»
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«Con quella lingua Parker ha contribuito significativamente a imporre a livello planetario l'amore per il vino hollywoodiano: non in malafede, gli piaceva davvero, e lo disse: in un modo che la gente poteva capire.»
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«Complice una precisa innovazione tecnologica, un gruppo umano sostanzialmente allineato al modello culturale imperiale, accede a un gesto che gli era precluso, lo riporta istintivamente a una spettacolarità più immediata e a un universo linguistico moderno, e ottiene così di dargli un successo commerciale stupefacente.»
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«Ci tengo a dire che non era un fesso, e scriveva per una rivista autorevole che si chiamava The Quarterly Musical Magazine and Review. E questo fu ciò che scrisse, e che io metto qui, come seconda epigrafe:"Eleganza, purezza e misura, che erano i principi della nostra arte, si sono gradualmente arresi al nuovo stile, frivolo e affettato, che questi tempi, dal talento superficiale, hanno adottato. Cervelli che, per educazione e abitudine, non riescono a pensare a qualcosa d'altro che i vestiti, la moda, il gossip, la lettura di romanzi e la dissipazione morale, fanno fatica a provare i piaceri, più elaborati e meno febbrili, della scienza e dell'arte. Beethoven scrive per quei cervelli, e in questo pare che abbia un certo successo, se devo credere agli elogi che, da ogni parte, sento fiorire per questo suo ultimo lavoro." Voilà .»
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«Bisogna concedere ai barbari la chance di essere un animale, con una sua compiutezza e un suo senso, e non pezzi del nostro corpo colpiti da una malattia. Bisogna fare lo sforzo di supporre, alle loro spalle, una logica non suicida, un movimento lucido, e un sogno vero.»
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«Altro evento. Il successo del vino hollywoodiano nasce anche da una rivoluzione linguistica. Fino a venti anni fa a parlare di vino, a giudicarlo, erano per lo più inglesi, o tutt'al più europei.»
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«Non sembra, ma questo è un libro. Ho pensato che mi sarebbe piaciuto scriverne uno, a puntate, sul giornale, in mezzo alle frattaglie di mondo che quotidianamente passano da lì. Mi attirava la fragilità della cosa: è come scrivere allo scoperto, in piedi su un torrione, tutti che ti guardano e il vento che tira, tutti che passano, pieni di cose da fare. E tu lì senza poter correggere, tornare indietro, ridisegnare la scaletta. Come viene, viene. E, il giorno dopo, involtolare insalata, o diventare il cappello di un imbianchino. Ammesso che se li facciano ancora, i cappelli, col giornale - come barchette sul litorale delle loro facce.»
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«Nulla può diventare così insignificante come qualsiasi cosa se ti ci svegli di fianco tutte le mattine della tua vita.»
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«La crudeltà è la virtù per eccellenza dei mediocri: hanno bisogno di esercitare la crudeltà , esercizio per cui non è richiesta la minima intelligenza.»
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«è una cosa strana. Quando ti accade di vedere il posto dove saresti salvo, sei sempre lì che lo guardi da fuori. Non ci sei mai dentro. è il tuo posto, ma tu non ci sei mai.»
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«Voleva rispondergli un sacco di cose, la vedova Abegg. Ma quando ti viene quella voglia di piangere pazzesca, che proprio ti strizza tutto, che non la riesci a fermare, allora non c'è verso di spiaccicare una sola parola, non esce più niente, ti torna tutto indietro, tutto dentro, ingoiato da quei dannati singhiozzi, naufragato nel silenzio di quelle stupide lacrime. Maledizione. Con tutto quello che uno vorrebbe dire... E invece niente, non esce fuori niente. Si può esser fatti peggio di così?»
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«Uno ha una nota, che è sua, e se la lascia marcire dentro... no... statemi a sentire... anche se la vita fa un rumore d'inferno affilatevi le orecchie fino a quando arriverete a sentirla e allora tenetevela stretta, non lasciatela scappare più.»
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«Tutte le bocce di cristallo che avrai rotto, erano solo vita... non sono quelli gli errori... quella è vita... e la vita vera magari è proprio quella che si spacca... il mondo è pieno di gente che gira con in tasca le sue piccole biglie di vetro... le sue piccole tristi biglie infrangibili... e allora tu non smetterla mai di soffiare nelle tue sfere di cristallo.»
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«"Siediti, Pehnt" diceva la gente. "Grazie" diceva lui, e saliva in piedi sulla sedia. "Non che sia il massimo dell'educazione" diceva la vedova Abegg. "Neanche cagare è una delizia. Ma ha i suoi vantaggi " diceva Pekisch.»
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