«Quel che di bello c'è nella vita è sempre un segreto... Per me è stato così... Le cose che si sanno sono le cose normali, o le cose brutte, ma poi ci sono i segreti, ed è lì che si va a nascondere la felicità .»
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«Ognuno ha il mondo che si merita. Io forse ho capito che il mio è questo qua. Ha di strano che è normale.»
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«Non per altro: ma è sempre un qualche meraviglioso silenzio che porge alla vita il minuscolo o enorme boato di ciò che poi diventerà inamovibile ricordo.»
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«No. Ma sta attento: dato che noi non siamo calzini ma persone, non siamo qui con il fine principale di essere puliti. I desideri sono la cosa più importante che abbiamo e non si può prenderli in giro più di tanto. Così, alle volte, vale la pena di non dormire pur di star dietro a un proprio desiderio. Si fa la schifezza e poi la si paga. E solo questo è davvero importante: che quando arriva il momento di pagare uno non pensi di scappare e stia lì, dignitosamente, a pagare. Solo questo è importante.»
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«La vita è sostanzialmente incoerente e la prevedibilità dei fatti un'illusoria consolazione.»
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«La sera, come tutte le sere, venne la sera. Non c'è niente da fare: quella è una cosa che non guarda in faccia a nessuno. Succede e basta. Non importa che razza di giorno arriva a spegnere. Magari era stato un giorno eccezionale, ma non cambia nulla. Arriva e lo spegne. Amen.»
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«Gli erano entrate negli occhi, quelle due immagini, come l'istantanea percezione di una felicità assoluta e incondizionata. Se le sarebbe portate dietro per sempre. Perchè è così che ti frega, la vita. Ti piglia quando hai ancora l'anima addormentata e ti semina dentro un'immagine, o un odore, o un suono che poi non te lo togli più. E quella lì era la felicità . Lo scopri dopo, quand'è troppo tardi. E già sei, per sempre, un esule: a migliaia di chilometri da quell'immagine, da quel suono, da quell'odore. Alla deriva.»
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«E allora... quello, esattamente quello, finalmente, io lo so, sarà il posto in cui dovevo arrivare. Da lontano, da dovunque, io non ho fatto che camminare verso quel punto esatto, quel metro quadrato di legno posato sul fondo di un immenso bicchiere di vetro. Lì, quel giorno, io sarò arrivato alla fine del mio cammino. Dopo... tutto quello che accadrà dopo... non conterà più niente.»
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«Dev'essere così, questa cosa dei figli, pensò Horeau: nascono con dentro quello che nei padri, la vita ha lasciato a metà . Se mai avrò un figlio, pensò Horeau tagliando meticolosamente una sottile fetta di carne in salsa di mirtilli, nascerà pazzo.»
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«Crepita, la vita, brucia istanti feroci e negli occhi di chi passa anche solo a venti metri da lì non è che un'immagine come un'altra, senza suono e senza storia.»
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«Così fa il destino: potrebbe filar via invisibile e invece brucia dietro di sè, qua e là , alcuni istanti, fra i mille di una vita. Nella notte del ricordo, ardono quelli, disegnando la via di fuga della sorte. Fuochi solitari, buoni per darsi una ragione, una qualsiasi.»
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«"Come sarebbe bello dire 'per caso'? .. "Tu credi davvero che ci sia qualcosa che succede 'per caso'?"»
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«C'è sempre un piano preciso, dietro a tutto... in questo aveva ragione il signor Rail... ognuno ha davanti le sue rotaie, che le veda o no.»
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«Addio mio piccolo signore, che sognavi i treni e sapevi dov'era l'infinito; tutto quel che c'era io l'ho visto, guardando te. E sonostata ovunque, stando con te.»
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«Puoi spendere anni a vivere, ore a leggere libri, milioni a farti allenare dallo psicanalista: ma alla fine la palla è in rete che finisce. L'errore annulla qualsiasi passato nell'istante in cui arriva a bruciarti qualsiasi futuro. L'errore azzera il tempo, qualsiasi tempo. Vedi cosa riesce a spiegarti, il tennis, senza dare nell'occhio: che quando sbagli, nel preciso istante in cui lo fai, sei eterno.»
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«Nel momento in cui raccontava una cosa, lo era: una scrittura esatta oltre ogni ragionevolezza. L'epica dell'esattezza.»
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«Ogni quadro è in definitiva una promessa non mantenuta, e ogni museo una intollerabile via crucis di promesse non mantenute. E davanti a un quadro è uno dei posti migliori in cui esperire il sentimento dell'impotenza. Stando cosi le cose, guardare i quadri è un'attività che conviene centellinare, per non farsi travolgere da quell'impasto di goduria e frustrazione a cui solo anime sottilmente perverse possono sopravvivere.»
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