«L'inverno è la stagione che preferisco. La natura diventa magica, c'è un silenzio surreale, è il periodo in cui lavoro meglio. Riesco a concentrarmi. L'inverno mi ispira.»
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«Si considera la guerra un male da evitare, certo, ma si è ben lontani da considerarla un male assoluto: alla prima occasione, foderata di begli ideali, scendere in battaglia ridiventa velocemente un'opzione realizzabile. La si sceglie, a volte, perfino con una certa fierezza. Una reale, profetica e coraggiosa ambizione alla pace io la vedo soltanto nel lavoro paziente e nascosto di milioni di artigiani che ogni giorno lavorano per suscitare un'altra bellezza e il chiarore di luci limpide che non uccidono.»
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«Non c'è un aspetto della mia carriera in particolare che voglio cancellare o ricordare. La pubblicità in tv, il duetto con Mina, i ruoli al fianco di grandi attori in teatro o l'aver lavorato al fianco di grandi comici che mi hanno fatto crescere sono tutte esperienze che mi hanno arricchit.»
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«Fare un film è altra cosa dal valutarlo, sono "mestieri" diversi. Alle volte però sono stati praticati entrambi e il lavoro di critico è diventato quasi una premessa, più o meno esplicita, di quello di regista.»
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«Fare un lavoro che sognavi, che ti piace, non capita mica a tutti. Quindi, mi sento realizzata. Ma che fatica tenere a bada i fotografi. La loro invadenza certe volte è davvero insopportabile.»
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«Il lavoro vero è sulla nostra mente e la mente è la stessa se lavori in un film, se sei in una caverna o se lavori per un giornale. C'è un lato positivo nell'incontrare sulla propria strada aspetti negativi della realtà esterna. E' che puoi scoprire meglio la natura della tua mente. Se vieni messo in una situazione violenta e c'è della violenza che emerge dentro di te, sei consapevole di quell'aspetto di te stesso. Un uomo seduto in una caverna fa più fatica ad essere cosciente dei suoi limiti. Vivere in mezzo alle persone, a contatto con la realtà è una grande forma d'insegnamento. Se si vede la vita da questo punto di vista, il nostro peggiore nemico può diventare il nostro migliore maestro.»
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«Quando ho cominciato avevo 19 anni e molti attori che ammiravo usavano il Metodo Stanislavski. All'epoca pensavo che fosse eccezionale fare come loro. Così però mi sono persa per strada. Ero talmente assorbita dalla parte da soffrirne fisicamente e mi ero persino allontanata dai miei amici. Non ero più me stessa e non volevo sacrificare la mia vita. Adesso, dopo 'Monster' sono abbastanza sicura che sia importante soprattutto la disciplina. Meglio lasciar andare il personaggio e non scendere troppo in profondità per avere la certezza che quando hai finito, hai chiuso. Ho scoperto che si può fare un ottimo lavoro anche senza distruggersi la vita.»
| VOTI: 1 |
«L'aspetto più faticoso del mio lavoro è senza dubbio il dover apparire, l'obbligo di essere sempre perfettamente in ordine.»
| VOTI: 1 |
«E' un mistero come si possa essere una comunità che supera ogni pericolo e rimane fedele alle proprie origini. Guardi alla Francia, per esempio. In Francia c'è una grande comunità di ebrei, ma gli ebrei diventano francesi? No. Loro parlano perfettamente il francese. Hanno successo nel lavoro. Ma non sono francesi. Loro pensano solo a tornare a Gerusalemme.»
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«Nel regime socialista, che per il momento esiste solo in URSS, la proprietà sociale dei mezzi di produzione costituisce la base dei rapporti di produzione. Qui non esistono più nè sfruttatori nè sfruttati. I prodotti vengono ripartiti secondo il lavoro compiuto e secondo il principio: "Chi non lavora non mangia".»
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«Agli inizi non puoi permetterti di essere troppo selettiva nei ruoli che ti vengono offerti. Ovviamente alcune delle cose che ho fatto non erano in cima alla lista dei sogni, ma dovevo pure pagarmi da mangiare. Però non ho mai lavorato in un film che non mi piacesse.»
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«Bisogna sempre guardare le cose dalla giusta prospettiva. Ovviamente mi sento molto stanca ma poi penso che stanca sarebbe il termine giusto se lavorassi in miniera: vista in questo modo direi che il mio lavoro è una benedizione.»
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«Ero molto più esile di ora; molto nuoto e molto allenamento mi hanno dato una struttura più adatta a questo lavoro. Non capita mai di accontentarmi della durata di una prova: molto spesso decido di trattenermi da solo per trovare soluzioni che mi soddisfino. Pretendo molto da me, di sicuro più di quello che la natura può avermi dato gratuitamente.»
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«Sono cinquant'anni che lavoro su cose che hanno un inizio, un centro e una fine e ora invece sto facendo una cosa che non avrei mai immaginato di fare: sto lavorando per la prima volta ad una serie televisiva. Sono sorpreso pure io. Qui c'è solo l'inizio di 22 puntate e poi chissà .»
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«Ci sono tante cose su cui devo impegnarmi, a partire dal mio italiano che sto studiando per poi andare avanti con la mia carriera. Spero che questa occasione unica che ho grazie a Striscia la Notizia, sia l'inizio di una nuova esperienza perchè mi piacerebbe un giorno tornare in Brasile e poter continuare a lavorare in televisione nel mio paese.»
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«Il fascismo è il governo che si merita un'Italia di disoccupati e di parassiti ancora lontana dalle moderne forme di convivenza democratiche e liberali, e che per combatterlo bisogna lavorare per una rivoluzione integrale, dell'economia come delle coscienze.»
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«Bisogna imparare a lavorare in squadra sapendo essere più pragmatici e possibilmente meno polemici e meno politici.»
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«Ho lavorato otto anni con Montanelli e credevo di essere di destra nel senso che la destra era Montanelli. Quando ho visto la destra all'opera ho deciso che non potevo essere di destra. Di sinistra non lo ero prima e non posso esserlo adesso visto che la sinistra ha spianato la strada a Berlusconi. Non sono più niente. In un paese normale voterei per i conservatori. Ma la destra di Montanelli era già minoritaria prima. Senza di lui è praticamente in estinzione.»
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«Fare l'attore è diventato un sogno comune. Tutti vogliono essere attori, ma essere un vero attore è il lavoro più duro del mondo.»
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