«La storia d'Italia è la storia di Spagna e di Francia, d'Alemagna e d'Austria, e in fondo, storia d'Europa. Lo sforzo degli storici per creare una storia d'Italia dimostra come si possa spendere molto ingegno per una causa poco ingegnosa, come accade a quei capitani che si fanno valorosamente ammazzare per una causa infame.»
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«Conosco la storia del business discografico così bene perché ho seguito Billie Holiday in studio di registrazione. E' stato così primitivo rispetto alla situazione sofisticati di oggi.»
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«Ogni volta che una storia finisce mi dicono "sei schiava del successo e rimarrai sola". Ma cosa ci posso fare se appena si presentano con un anello come regalo li mando al diavolo!»
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«[Sul suo libro 'Passi da gigante'] E' stato bello accorgersi che raccontare di quei tempi non significava parlare di partite e canestri: significava parlare di persone. Ecco perché nel libro il lettore non troverà la storia delle nostre vittorie, ma verrà accompagnato nel viaggio surreale in un mondo popolato da esseri incredibili. Si parla di scherzi, risate, botte. Si parla di quello che stava dietro ai nostri successi.»
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«Non è il buono contro il cattivo e non è fare in modo che vinca il buono. Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget.»
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«[Durante una rapina] Questi pochi dollari che state perdendo oggi, qui, vi stanno procurando una storia da raccontare ai vostri figli e ai vostri nipoti. Questo potrebbe anche essere uno dei migliori momenti della vostra vita: non fate in modo che sia l'ultimo!»
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«Non c'è mai stato un momento come questo nella storia del nostro Paese, in cui, data la situazione in Europa, ci si sia mai potuti attendere ragionevolmente altri quindici anni di pace. (dal discorso alla Camera dei Comuni del 17 febbraio 1792)»
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«La libertà non è la meta della storia, ma la materia con cui essa lavora.»
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«Chi oggi intenda fare opera politica, anche nuova e propria, non può a meno di fondarsi sulla precedente opera di Giovanni Giolitti, anche quando pensi di contraddirla e modificarla. Il che equivale a riconoscere che essa, è ormai parte della storia, del Paese.»
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«Esiste in Italia una squadra che gioca come il Brasile, che profuma di cibo genuino e campi in fiore. Una squadra che, però, non è brasiliana: si chiama Avellino. Questa squadra gioca al calcio magistralmente, senza sentirsi inferiore a nessuno e senza mostrare nessun borioso senso di superiorità. Umile ed operaia, e nello stesso tempo nobile, come solo i veri aristocratici sanno essere. Questa squadra, l'Avellino, è la più bella realtà del calcio di provincia della storia italiana. (1980)»
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«Con Jung l'"umanesimo" è sospeso al filo sottilissimo dell'Io che narra di sé, perché, invece di lasciarsi ingannare dal Racconto, Jung domanda che cos'è il Racconto. Una domanda terribile perché assedia l'invulnerabilità del sapere. Che io sia "costruito" è la stessa storia del mio racconto che lo dice. Quindi io non sono costruito se non per un oblio della mia genesi. Ma chi mi narra il Genesi se non Dio?»
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«In una civiltà scientifica la parola anima ci riporta agli albori della nostra storia quando religione e filosofia si contendevano il sapere. La psicologia, che sulla nozione di anima ha costruito se stessa, da tempo vuole emanciparsi da questo sfondo per essere accolta nel novero delle scienze ed entrare così a pieno titolo nella "nostra" storia. L'emancipazione avviene per rimozione dell'origine e quindi con la perdita di quella stratificazione di significati che fa dell'anima una parola a tal punto equivoca da renderla solidale con i più svariati sistemi di pensiero, che a questo punto devono chiarire le loro relazioni e svelare il contenuto semantico che coprono con questa parola.»
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«Se è vero che noi siamo in grado di capire il nostro tempo anche senza la parola "Dio", è altrettanto vero che non lo capiremmo se togliessimo la parola "Tecnica", il cui senso è stato puntualmente esplicitato da Sergio Givone. Heidegger ha detto in proposito cose essenziali. Ha illustrato a più riprese che la tecnica ha concluso l'era umanistica, per cui l'uomo non è più il soggetto della storia, ma il funzionario di apparati tecnici, dai quali è in qualche modo "im-piegato" (be-stellte). Addirittura, rischia di diventare materia prima, anzi la più importante delle materie prime (der Mensch der wichtigste Rohstoff ist), sotto il profilo dell'assoluta utilizzabilità.»
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«Io non sono un teologo, ma un filosofo della Storia che segue il metodo "genealogico" di Nietzsche, il quale, a differenza di Platone, non si chiede, ad esempio, "che cos'è l'anima", ma: "Come è venuto al mondo questo concetto, che storia ha avuto, che significati ha assunto, che effetti di realtà ha prodotto?", persuaso come sono che l'essenza di una cosa, il suo senso è nella sua storia.»
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